Non aspettare il momento giusto… il tempo non ha pazienza.

Non aspettare_tempo_blog_RabbitHole_BassnodelGrappa

Una pagina su Instagram ha attirato la mia attenzione: il profilo si chiama “ZACHPOGROB”. Non so chi sia Zach né cosa faccia nella vita ma una cosa è certa e puoi verificarla quando vuoi.
Il suo profilo è pieno di constatazioni più o meno semplici e dirette ma decisamente vere.
Sono riflessioni in grado di parlare chiaro e forte alla tua anima… se la tua anima sa ascoltare (ovviamente).

Te ne condivido una in particolare:

Blog_RabbitHole_BassanodelGrappaL’ultimo concetto per me è qualcosa di fondamentale: “Quando scommetti tutto su un sogno, la vita comincia a diventarlo” ed io non posso fare a meno di collegare questa verità con il concetto del tempo e del modo in cui decidiamo di utilizzarlo, giorno dopo giorno. 

Man mano che passano gli anni mi rendo conto che il tempo non torna più, quello che stiamo vivendo in questo istante non tornerà più e così le nostre emozioni, i nostri sogni e le scommesse sulle quali decidiamo di investire le nostre energie.

Tutto questo è scontato, risaputo, quasi banale… allora perché molti di noi continuano a sprecare attimi preziosi nell’attesa che arrivi il momento adatto, il giorno giusto per mettere da parte ciò che facciamo senza il minimo interesse e prendere in mano ciò che ci fa davvero battere il cuore? 

A volte sembra che la vita che dobbiamo vivere sia un dovere e non un diritto.
Molti di noi sono diventati grandi con l’idea che il lavoro stesso sia un’attività da compiere in attesa di avere il tempo e i soldi per permetterci qualcos’altro, quella cosa che ci interessa davvero. Poi però accade che quel momento arriva e noi non abbiamo la più pallida idea di cosa sia quella cosa che stavamo aspettando di fare. Semplicemente non ci conosciamo abbastanza, non sappiamo cosa ci fa battere il cuore e ci rende vivi. 

 

Allora perché aspettare? Blog_RabbitHole_BassanodelGrappa

“Non aspettare di trovare il tempo. Metti da parte il tempo per le cose che contano.”

E se ti sembra che sia troppo tardi fermati, siediti in quell’unico posto in cui sai di poter stare bene, e rileggi le parole di questo sconosciuto che ho deciso di condividere con te. Se non conosci l’inglese non preoccuparti, proverò a parafrasarle prendendomi la libertà di arricchirle con qualche considerazione personale.

 

Ricomincia. Inizi da zero. Inizia dal nulla. Abbandona l’ego e tutto ciò che pensi di sapere di te stesso, della tua vita, e trova uno scopo. Allontanati dalle abitudini per trovare la gioia. Ne vale la pena. Sempre. La maggior parte delle persone non lascerà alle spalle decenni di lavoro per iniziare decenni di gioco. Per iniziare a fare ciò che lo fa stare davvero bene. Fallo. Rischia. Quando si scommette tutto su un sogno, la vita comincia a diventare quel sogno.
Questo non significa per forza che devi fare la valigia e andartene, mollare tutto quello che hai fatto fino a ieri e investire i risparmi di una vita sulla prima idea che ti passa per la testa.
Significa semplicemente che dobbiamo smettere di dare per scontata la vita, le nostre giornate. 
Significa che se la mattina non riesci a trovare una ragione per alzarti dal letto devi smettere di pensare che sia giusto così e che i giorni felici arriveranno con la pensione.
Al contrario, vuol dire che è arrivato il momento di fare un dialogo con te stesso e farti una sola domanda: cosa mi fa battere il cuore? Non ieri, non domani, ma oggi.

 

Le storie sono pericolose

Il_potere_delle_storie_RabbitHole_BassanodelGrappa

Le storie sono pericolose!
Lo sapevi?

Tutti noi sappiamo quanto siano importanti le storie all’interno della nostra quotidianità ma pochi riescono davvero a percepire quanto siano… pericolose.

In che senso?
In questi giorni ho trovato il TED Talk della scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie e ho pensato di condividerlo con voi per dirottarlo nell’ambito della scrittura e ragionare assieme su quanto sia importante la scelta del punto di vista quando decidiamo di raccontare una storia (qualsiasi tipo di storia).

Newsletter_Novembre_RabbitHole_BassanodelGrappa

IL PERICOLO DI ASCOLTARE UNA SOLA STORIA

La scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie sottolinea il pericolo di fare esperienza di un’unica narrazione su una persona, un gruppo di persone o un evento. Per spiegarlo, condivide la sua esperienza di crescita in Nigeria dove, per anni, ha letto solo libri per bambini britannici e americani plasmando così la sua percezione di come dovrebbe essere la letteratura.
Quando invece scoprì i libri africani, capì che anche persone come lei (etnicamente parlando) potevano esistere nella letteratura e avere una voce.
Attraverso questa semplice considerazione, sottolinea quanto i bambini siano impressionabili e quanto le storie possano influenzare la loro percezione del mondo.

Allo stesso modo, in quanto narratori, dovremmo avere costante consapevolezza di quanto le nostre storie e il nostro punto di vista possono influenzare il mondo e la cultura di una società.

 

L’INFLUENZA DEGLI STEREOTIPI

Quand’era bambina, Chimamanda aveva un domestico, Fide, e ascoltando la storia di Fide dal punto di vista dei suoi genitori è cresciuta con la percezione che la famiglia del domestico non avesse altre caratteristiche se non quella della povertà e della miseria. Quell’unica narrazione le ha impedito di vedere “oltre” e di notare quanto invece quella famiglia fosse “ricca” sotto altri punti di vista.

Per questa ragione è importante conoscere gli stereotipi tipici di certe narrazioni e personaggi, arrivare tanto vicino da sfiorarli… e poi cambiare direzione. Vedere oltre, cambiare punto di vista, trovare la nostra originalità.

“La singola storia crea stereotipi, e il problema degli stereotipi non è il fatto che possano essere falsi, ma che siano incompleti”.

 

Newsletter_Novembre_RabbitHole_BassanodelGrappaIL POTERE DELLA NARRAZIONE

Le storie sono influenzate dal potere, compreso chi le racconta, come vengono raccontate e quante storie vengono raccontate. Chimamanda sottolinea che chi detiene il potere ha la capacità di plasmare la narrazione e renderla la storia definitiva di una persona o di un gruppo di persone.

Una bella responsabilità, non trovi?
Quante storie abbiamo ascoltato senza pensare che, in realtà, esiste sempre più di un punto di vista. Le nostre vite, le nostre culture, sono composte da molte storie sovrapposte e così anche la trama del mondo immaginario che scegliamo di raccontare. Per questo sono importanti i personaggi secondari e il loro personale punto di vista sul tema che stiamo affrontando in quanto narratori.

Ecco che oltre a dover scegliere quale storia sia giusto raccontare, dovremmo anche interrogarci sul da che parte cominciare e a chi farla raccontare perché ora sappiamo che iniziare una storia da un punto diverso può cambiarne completamente il significato. Il significato della narrazione, del messaggio che vorremmo trasmettere e della riflessione che, volente o nolente, susciteremo in chi ci farà l’onore di ascoltarla.

Tu che ne pensi?
Fammelo sapere e continua a seguire Rabbit Hole!

Monologhi e dialoghi italiani. Ho 4 risorse per te!

monologhi_dialoghi_italiani_risorseutili_rabbithole_BassanodelGrappa

Ciao a tutti!

Sono tornata con una nuova serie di risorse che spero possano aiutarti (anche questa volta).
Ma facciamo un passo indietro: se è vero che la recitazione in inglese è diventata un’abilità sempre più preziosa nell’industria cinematografica internazionale (per trovare risorse utili vai all’articolo 4 siti dove trovare monologhi e dialoghi in lingua inglese), ricorda che non c’è bisogno di essere madrelingua inglese per iniziare a proporsi nel mondo dello spettacolo. In ogni carriera c’è sempre un punto di partenza, e imparare ad interpretare un magnifico monologo in italiano è senz’altro un ottimo inizio.

Molti aspiranti attori si trovano alla ricerca di monologhi e dialoghi in italiano per allenarsi, creare il proprio showreel e partecipare ai vari casting. Se anche te sei uno spietati cacciatore di materiale… benvenuto/a!
Ecco 4 RISORSE che potrebbero fare al caso tuo!

ARMANDO DI LILLO

Nel database di Armando di Lillo troverai una vasta collezione di monologhi gratuiti, suddivisi per genere e stile, dai più comici ai più drammatici.

“PROTAGONISTE” di Miranda Pisione

Se siete alla ricerca di monologhi provenienti dalle SERIE TV, “Protagoniste” è una risorsa imperdibile. Questo libro offre 55 monologhi al femminile, selezionati per esprimere diverse dimensioni emotive. Da Meredith Grey e Cristina Yang (Grey’s Anatomy) a Madeline Mackenzie e Bonni Carlson (Big Little Lies), da Raquel Murillo (La casa di carta) a Belinda Friers (Fleabag) e Miriam Maisel (La fantastica signora Maisel) ecc…
Insomma, un’ottima scelta per chi vuole esplorare una vasta gamma di monologhi più o meno attuali.

ATTORE DINAMICO

Attore Dinamico è un sito web che offre monologhi in italiano e una buona risorsa per scovare qualche consiglio utile per imparare a “sguazzare” in questo magico mondo.

ATEATRO.INFO

Ateatro.info è un sito che offre una vasta gamma di risorse per attori, tra cui monologhi, suggerimenti e aggiornamenti sul mondo dello spettacolo.

Ricordate che questi siti sono solo il punto di partenza. Per avere successo nella recitazione, è fondamentale l’esercizio costante, la dedizione e, naturalmente, una buona dose di C.
Ah dimenticavo… in Rabbit Hole abbiamo un corso creato appositamente per preparare e registrare monologhi e dialoghi tratti da cinema e serie tv. Si chiama Action Rabbit e se sei curioso/a di dare uno sguardo ai lavori dei nostri studenti ti consiglio di volare direttamente al canale YouTube di Rabbit Hole

E ora tocca a te!
Conosci altre risorse interessanti per la ricerca di monologhi e dialoghi in italiano? Fatecelo sapere!

4 siti dove trovare monologhi e dialoghi in lingua inglese.

monologhi_dialoghi_inglesi_4_siti_rabbithole_bassanodelgrappa
Cari attori in erba e aspiranti professionisti,

Eccomi tornata con qualche strumento che penso (spero) possa essere utile alle vostre ricerche.
Come ben sappiamo, il mondo della recitazione è in costante evoluzione, e con la crescente domanda di attori per produzioni internazionali, la capacità di recitare in inglese è diventata un’abilità sempre più preziosa. Potrebbe essere la carta vincente per farsi assegnare qualche ruolo interessante o per candidarsi a corsi di alta formazione all’estero.

So per certo che molti aspiranti attori si trovano alla ricerca di monologhi e dialoghi in lingua inglese per allenarsi e/o per creare video da presentare alle agenzie e ai casting dunque, se siete fra questi, ecco 4 SITI che potrebbero fare al caso vostro!

BACKSTAGE

Backstage è una risorsa preziosa per attori in cerca di opportunità di lavoro e materiale per le audizioni. Oltre alle offerte di lavoro, il sito offre anche una vasta selezione di monologhi e scene teatrali in lingua inglese. Potete filtrare le opzioni in base al genere, all’età del personaggio e al tipo di produzione. Oltre a questo, Backstage offre una serie di risorse sempre utili per gli attori.

ACE YOUR AUDITION

Ace Your Audition è un’altro sito web che offre una vasta collezione di monologhi e risorse per gli attori in cerca di materiale per audizioni e allenamento. Potete trovare monologhi divisi per genere, età e tipo di produzione (teatro, cinema, televisione). Il sito offre anche consigli su come prepararsi per le audizioni nel miglior modo possibile.

MONOLOGUE BLOGGER

Monologue Blogger è un sito che mette a disposizione una vasta gamma di monologhi gratuiti, drammatici e comici. È possibile trovare monologhi adatti a diverse età e livelli di esperienza. Anche in questo caso, fornisce risorse per aiutare gli attori a esercitarsi e prepararsi alle audizioni.

STAGE MILK

Stage Milk è una risorsa eccezionale per attori e insegnanti di recitazione. Il sito offre una vasta gamma di monologhi e scene teatrali in lingua inglese, insieme a guide dettagliate su come interpretarli al meglio. Anche in questo caso è possibile cercare monologhi per genere, età del personaggio e tono emotivo.

Questi siti sono solo il punto di partenza per aumentare le tue possibilità di vittoria ma non dimenticare che ci sono altri fattori da aggiungere all’equazione: esercizio costante, dedizione e soprattutto… un bel po’ di C.

E tu conosci altre piattaforme interessanti?
Faccelo sapere!

Caratterizzare un personaggio. 3 esercizi per attori e scrittori.

Caratterizzare un personaggio_RabbitHole_Blog_Teatro_Scrittura
Esistono degli esercizi specifici per caratterizzare al meglio un personaggio?

Questa è una domanda che mi è stata posta recentemente in un paio di occasioni: da un amico che sta lavorando alla caratterizzazione di un personaggio sulla scena la prima, e da un’allieva di Rabbit Hole in fase di ideazione e scrittura di un cortometraggio la seconda.

La risposta che ho dato ad entrambi è più o meno la stessa e ho pensato di condividerla anche con te, fornendoti 3 semplici esercizi che potrebbero risultare piuttosto utili in fase di prova o scrittura.

Provali e fammi sapere se hanno funzionato!


ESERCIZIO N. 1

 

BIOGRAFIA DEL PERSONAGGIO

Inizia scrivendo una biografia completa del tuo personaggio principale, dalla nascita alla situazione attuale nel contesto del tuo romanzo, della tua sceneggiatura o all’interno dell’opera teatrale che stai studiando. Se è un personaggio realmente esistito fai una ricerca riguardante la sua vita e segnati i passaggi più importanti mentre, se è un personaggio di finzione, inventa da zero. Lascia spazio all’immaginazione e crea il suo passato. Includi dettagli come nome completo, data di nascita, luogo di nascita, educazione, esperienze di vita significative, relazioni familiari, e altro ancora. Questo ti aiuterà a comprendere meglio la storia del personaggio e come è diventato la persona che è nel presente della tua storia o dell’opera teatrale.

 

ESERCIZIO N. 2

 

RELAZIONI PERSONALI

Crea un diagramma delle relazioni: disegna un diagramma che mostri le relazioni chiave del tuo personaggio principale con gli altri personaggi. Questo può aiutarti a visualizzare le dinamiche interpersonali e a capire come il tuo personaggio si relaziona con gli altri. Chiediti come questi rapporti influenzano lo influenzano e come lui/lei influenza gli altri.

 

ESERCIZIO N. 3

 

INTERVISTA IL PERSONAGGIO

Questo è un esercizio che ho svolto nel corso della mia formazione teatrale ma che si adatta molto bene anche ad un percorso di scrittura. Può essere svolto a coppie ma in un lavoro di gruppo diventa ancora più efficace.

Immagina di essere la persona che desidera approfondire il proprio eroe, l’antagonista o qualsiasi altro personaggio secondario, quindi prendi una sedia e siediti di fronte al resto del gruppo. Bene, ora non sei più “te” ma il personaggio che hai scelto. Non abbandonare mai questa consapevolezza e prova a prendere questo esercizio il più seriamente possibile.

Ora il gruppo comincerà a farti delle domande per conoscerti meglio:

  • Come ti chiami?
  • Da dove vieni?
  • Chi sono i tuoi genitori?
  • Che rapporto avevi con loro?
  • Quali sono i tuoi sogni..

Insomma, qualsiasi cosa. È un esercizio d’improvvisazione quindi lasciati andare, non meditare troppo sulle risposte e se compare qualche contraddizione tanto meglio, la contraddizione è parte integrante dell’essere umano e servirà a rendere il tuo personaggio ancor più vero e autentico.

Ricorda che mentre lavori su questi esercizi, è importante essere flessibili e aperti a modificare o adattare il tuo personaggio se nuove idee emergono durante il processo di scrittura. Un personaggio ben sviluppato è dinamico e può evolversi nel corso della storia. 

Conosci altri esercizi utili ad approfondire la caratterizzazione di un personaggio?
Fammelo sapere e buon lavoro!

Credi nelle tue idee.

RabbitHole_blog_credinelletueidee_BassanodelGrappa_podcast_Fazi_AntologiadiS.

CREDI NELLE TUE IDEE!
Non giudicarle.

Ti è mai venuta un’idea impossibile?
Allora ascolta questa storia:

L’altro giorno ho ascoltato un podcast che mi ha tenuta con il fiato sospeso come non succedeva da tempo. È uscito nell’aprile del 2022 e si intitola “Antologia di S.”, scritto da Riccardo Fazi.
Lo trovi gratuitamente su Rai Play Sound quindi non hai scusa per non ascoltarlo 😉

Perché dovresti? 

Perché è l’esempio perfetto di come un’idea per registrare un podcast che chiunque giudicherebbe come “impossibile” possa trasformarsi in qualcosa di molto potente: un mezzo per raccontare la storia di una cittadina, di un popolo, di una precisa epoca storica e dei ricordi di quello stesso popolo a distanza di 22 anni.

Nel 1993 Riccardo Fazi trascorre una settimana di vacanza a Rimini con i suoi genitori. Conosce qui una ragazza, quattordicenne come lui, che la sera prima della sua partenza lo saluta regalandogli una musicassetta registrata con un messaggio: “Ciao Roma! Ci vediamo a Santarcangelo!” 22 anni dopo Riccardo parte alla ricerca di quella voce.

“Antologia di S.” è un podcast che si snoda attraverso gli intricati sentieri del passato e del presente. La storia inizia con una domanda affascinante e semplice: “riuscirà il narratore a trovare una ragazza conosciuta al mare 22 anni prima solo grazie alla sua voce?” Questo enigma diventa il cuore pulsante della narrazione. Il podcast ci porta in una cittadina costiera, un luogo in cui il tempo sembra sospeso tra le onde dell’oceano e le storie dei suoi abitanti.

Ciò che rende “Antologia di S.” così coinvolgente è la sua capacità di trascinare l’ascoltatore attraverso una serie di episodi, alimentati dalla ricerca di una risposta a questa domanda. Quante volte ripensiamo alle persone che abbiamo conosciuto nel passato, ai legami che abbiamo perso o alle storie d’amore che non si sono mai compiute? E se da una semplice domanda potesse nascere una storia meravigliosa?

Il podcast ci invita a riflettere sulla potenza delle relazioni umane e sulla magia che può scaturire da un incontro casuale, anche a 22 anni di distanza.

E se mettessi davvero mano a una di quelle esperienze di vita?
Avresti il coraggio di smuovere un’intera città alla ricerca di una voce?

“Antologia di S.” ci insegna una preziosa lezione: non giudicarti e non giudicare mai le tue idee, nemmeno le più banali. Questo podcast è la storia di un uomo che ha deciso di scombinare le carte di un’intera città con l’unico obiettivo di ritrovare una voce. Quello che ha creato fa venire la pelle d’oca.

Se ci avesse raccontato la sua idea prima di metterla in pratica, cosa avremmo fatto?
Probabilmente gli avremmo risposto che era IMPOSSIBILE. Eppure, è proprio questa determinazione a seguire un’idea apparentemente folle che ha portato alla creazione di un’opera straordinaria.

Workshop di settembre!

Workshop_settembre_RabbitHole_Mimo&Clown_StandupComedy_MassimoFarina_GiorgiaMazzuccato_BassanodelGrappa

In arrivo un settembre ricco di Workshop!

Non penserai mica che ti lasciamo solo soletto fino all’inizio dei corsi in ottobre!
La tana di Rabbit Hole riapre già a settembre con due Workshop pazzeschi tenuti da super professionisti del settore.

 

STAND UP COMEDY 

Si comincia il weekend del 16/17 settembre con il workshop di Stand Up Comedy di Giorgia Mazzucato: un’occasione imperdibile per scovare la tua vena comica e dare forma al tuo primo monologo di Stand Up.
Il 16/09 ti aspettiamo dalle 14.00 alle 18.00, mentre il 17/09 dalle 11.00 alle 18.00.

MIMO & CLOWN

Il secondo workshop del mese è quello di Mimo e Clown tenuto da Massimo Farina: ancora comicità, ma spazio al corpo e alla clownerie. Niente di meglio di un gran sorriso per affrontare la fine dell’estate!
Appuntamento il 23 e 24 settembre, entrambi i giorni in orario 10.00-17.00.

COSTI 

Per chi è già iscritto a Rabbit Hole, la quota di partecipazione è di 80€ per ciascun corso, mentre se è la tua prima volta con noi è di 100€ + 20€ di quota associativa.

NON PERDERTI QUESTA PROMOZIONE!

Stai pensando di frequentare entrambi i workshop? Abbiamo una super promo! 130€ di entrambi i corsi per gli iscritti e 160€ + 20€ di quota associativa per i non iscritti.

ISCRIZIONE

Che aspetti? Scrivici a  segreteria.rabbithole@gmail.com per iscriverti o per qualsiasi domanda!

P.S.: comincia a spiare i nostri canali social, sono in arrivo i corsi per il nuovo anno!

FERMATI. Cosa vuoi davvero?

Fermati_serenità_inspirazione_RabbitHole_BassanodelGrappa

Seneca ha detto:

“Non è che abbiamo troppo poco tempo da vivere, è che ne sprechiamo una gran parte. La vita è abbastanza lunga e ci viene data in misura sufficiente per fare molte cose grandi se la spendiamo bene ma quando viene sprecata nello scarico del lusso della negligenza, quando viene impiegata a vuoto, alla fine ci accorgiamo che è passata prima ancora di riconoscerla. E così è: non riceviamo una vita breve… la rendiamo tale”.

 

Quante volte capita, nella vita, di essere in una situazione di stallo?

Ritrovarsi bloccati per ragioni che vanno oltre la nostra comprensione: uno stato d’animo, pigrizia, noia, insoddisfazione, poca forza di volontà… o magari soldi… tempo, ragioni che vanno completamente fuori il nostro controllo.
E in quei momenti che si fa?
Nessuno lo sa..
C’è chi si butta a capofitto sul lavoro per smettere di pensare, chi corre chilometri al giorno per la stessa ragione e chi, semplicemente, non fa nulla, procede con la propria vita seguendo d’inerzia ciò che pensa sia giusto per lui/lei. Perché in fondo è più facile così e perché, in fondo, anche questo è un buon sistema per non pensare a chi siamo, come ci sentiamo e cosa vogliamo davvero.
Quello che sappiamo fare meglio è lamentarci di tutte le cose che non vanno e tutto quello che vorremmo cambiare, della nostra persistente insoddisfazione.

C’è solo una cosa che la maggior parte di noi non fa, o non riesce a fare: fermarsi e cercare per una sola volta nella vita di farsi delle domande…  quelle giuste, magari.

Recentemente mi sono imbattuta nella delusione più grande della mia vita. In tre minuti mi è crollato addosso un universo di speranze e aspettative, mi sono ritrovata di fronte al nulla, perdendo le coordinate che stavano guidando ogni mia azione.
Nei giorni successivi, un’amica mi ha regalato un libro di Gianluca Gotto: “Profondo come il mare, leggero come il cielo”. È un testo che parla di sofferenza e del viaggio che dobbiamo compiere per uscirne. Non parla della ricerca della felicità ma di qualcosa di più grande: la serenità.

Qual è la differenza?
La felicità è qualcosa che arriva da fuori, da fattori esterni che la maggior parte delle volte non possiamo controllare. È sfuggente e momentanea, non dipende da noi e quando arriva possiamo solo esserne grati, ma coscienti che presto passerà.
La serenità, invece, è qualcosa di più profondo: è il benessere che possiamo raggiungere solo scavando dentro noi stessi attraverso un processo di sottrazione.

“Invece di correre così tanto con i pensieri, fermati. Invece di desiderare, calmati. Invece di fare, respira. Invece di cercare le risposte ovunque, lascia che emergano dentro di te”.

A questo punto ti starai chiedendo..

Ma cosa c’entra tutto questo con Rabbit Hole? Tutto e nulla.

 Rabbit Hole nasce da un sogno, si evolve in base alle mie sensazioni e grazie ai desideri e alle emozioni che VOI mi restituite ogni giorno.
Per questa ragione è fondamentale che voi stiate bene ed è questa la ragione che mi spinge a scrivere questa mail con un semplicemente invito:

È agosto, probabilmente sei in ferie e ti stai godendo una vacanza, oppure sei casa e fare quei lavori che hai posticipato per mesi in attesa di avere il tempo di fare finalmente quello che non riesci mai a fare.
Dammi ascolto e fatti un regalo: FERMATI.
Fermati per 10 minuti, mettiti a sedere e pensa alla tua vita, a quello che sei, a quello che fai, agli amici che ti circondano, alla famiglia, alla persona che ami.
Dimentica tutto quello che credi di sapere e ascolta semplicemente le tue sensazioni rispetto ai pensiero che ti affiorano nella mente, a tutto quello che vorresti cambiare e a tutto quello che ti rende non felice… ma sereno/serena.
Ascoltati, e alla fine di questi dieci minuti domandati se c’è qualcosa, anche una sola cosa che hai intravisto dentro di te e che non pensavi di avere…
Una piccola verità, una scoperta, un fastidio, una bugia o un semplice insegnamento.

Se è vero che non è facile trovare la serenità, è altrettanto vero che basta un piccolo gesto per cominciare a cercarla: fermarsi… E ascoltare.

Jim Carrey una volta ha detto:

“Spero che tutti possano diventare ricchi e famosi e avere tutto quello che hanno sempre sognato, così scopriranno che quella non è la risposta che stavano cercando”.

Vuoi emozionare? Parti da te. Emozionati.

Emozione_scritturacreativa_sceneggiatura_consigli_RabbitHole_BassanodelGrappa
Quanti libri hai finito di leggere nell’ultimo anno?
E quanti invece hai lasciato a metà?

Ora fatti la stessa domanda rispetto ai film e chiediti quante di quelle storie ti hanno lasciatə con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
Il problema è che scrivere storie non è affatto semplice nemmeno per chi lo fa di professione, figuriamoci per gli appassionati o per chi sta iniziando in questo momento ad esplorare il mare d’informazioni che riguardano il mondo della sceneggiatura e della scrittura creativa.
Forse avrai già divorato manuali di scrittura (all’interno del canale Instagram rabbit_hole_teatro ne consigliamo parecchi) e va benissimo così. Tuttavia, una delle domande più importanti rispetto a questo tema non ha e non avrà mai una risposta facile e univoca:

COME SI RICONOSCE UNA STORIA CHE FUNZIONA DA UNA CHE PROPRIO… NO?

Lo so, la prima reazione rispetto a una domanda di questo tipo potrebbe essere:

“Mah.. Boh.. Forse si capisce in base al numero di copie vendute? Ma nemmeno questo vuol dire nulla, alla fine siamo tutti diversi dunque anche il gradimento di una storia rispetto a un’altra è qualcosa di estremamente soggettivo no?”

Sì e no.
In che senso?
Nel senso che, se è vero che esistono una moltitudine di combinazioni grazie alle quali un romanzo può piacere di più rispetto a un altro, è altrettanto vero che una storia non funzionerà mai se non soddisfa almeno un requisito fondamentale: EMOZIONARE.

Una bella storia deve saper parlare al proprio pubblico, deve riuscire a creare quella connessione grazie alla quale è possibile empatizzare con i suoi personaggi, i loro conflitti e le loro mille contraddizioni.
Le storie che ci emozionano parlano di noi, dei nostri problemi, delle nostre paure… fornendoci una breve finestra di tempo grazie alla quale ci sentiamo un po’ meno soli e incompresi.

Ok… ma come si fa? 
Come si scrive una storia che sappia emozionare?
E come si evitano storie prive di significato?
In merito a questo ho pensato di lasciarti 3 pratici consigli:

1) NON SEGUIRE LE MODE!


Non scrivere thriller se svieni alla vista del sangue, se non ha mai mai finito un libro di questo genere perché ti viene l’ansia a metà, se le storie di omicidio ti mettono il nervoso e odi il crime in generale ma sai che va tanto, tanto di moda e quindi “dai che ci proviamo”…
No! Ti ritroverai bloccato/a in meno di una giornata e perderai completamente la voglia di scrivere.
Lascia perdere la moda e prova a farti questa simpatica domanda: “qual è l’ultimo film/libro/serie tv che non smetterei mai di vedere anche se un po’ me ne vergogno?”
Forse quello è esattamente il genere di storia che dovresti provare a scrivere.

2) AFFRONTA TEMI CHE TI DISTURBANO. 

Concediti un piccolo viaggio d’introspezione e cerca di capire quali sono i temi che ti stanno più a cuore nella vita. Forse esistono degli argomenti dei quali non riesci a parlare apertamente ma che nascondono per te un’attrazione irresistibile.
Non sto dicendo che devi scrivere storie legate alle tue esperienze personali ma cercare personaggi, conflitti e temi dei quali ti importa davvero.
Quello che disturba ed emoziona te, probabilmente farà lo stesso anche con molte altre persone.

3) EVITA LA COMFORT ZONE.

Scrivere storie “comode”, storie semplici che non hai alcuna difficoltà ad affrontare, non ti aiuterà a trovare una scrittura originale.
Domandati invece: “Di cosa ho paura? Qual é l’argomento del quale mi spaventerebbe scrivere?”
Ricorda che dove c’è paura, c’è terreno fertile.
Sfrutta una tua fobia, un tuo pensiero fisso o un trauma che non riesci ad affrontare.
Perché le paure sono così importanti?
Perché le paure fanno parte di quell’enorme insieme di conflitti che chiunque di noi può condividere, fanno parte della nostra umanità.

Cosa ne pensi?
Quali sono, secondo la tua esperienza, gli elementi che rendono una storia emozionante e coinvolgente?