Accetta le critiche… ma non il giudizio!

Ci sono momenti nella vita in cui pensiamo di non avere più l’età, di aver già scelto ciò che potevamo scegliere e che ormai sia già tutto costruito, come se avessimo seminato nel nostro orticello solo zucchine e ci fossimo resi conto troppo tardi che magari sarebbe stato utile piantare anche qualche pomodoro.

La verità è che non è così e che, più spesso di quanto immaginiamo, il blocco arriva solo ed esclusivamente da noi stessi e dal numero di paraocchi che abbiamo deciso di indossare.

Ogni giorno ci ritroviamo ad essere più preoccupati a moderare il nostro comportamento e le nostre scelte sulla base del giudizio di chi ci sta attorno piuttosto che sull’istinto e su quello che potremmo fare senza la preoccupazione di “oddio, mi stanno tutti a guardare, che diranno di me?”

Ti è mai successo di avere un capo d’abbigliamento che riesci ad indossare solo in ferie? Un paio di scarpe o di occhiali che ti piacciono da morire ma che non indossi nella tua zona per paura di incontrare qualcuno che conosci?
E poi te ne vai in vacanza e lì te ne freghi e finisci per sentirti dieci volte più sicuro di te stesso/a. 
Beh… non mentire. Capita a tutti, il punto è che non tutti se ne rendono conto.

Vuoi sapere un segreto?
Di quello che fai o non fai agli altri non gliene frega un granché.
E se gliene frega è perché non hanno niente di meglio da fare e a questo punto non vale nemmeno la pena di preoccuparsi del loro giudizio, non trovi?

Uno dei feedback più belli che abbia sentito recentemente arriva da una delle allieve del corso di Musical. Il suo ringraziamento andava alle insegnanti del laboratorio per avergli trasmesso il concetto del “chi se ne frega di quanti anni hai, balla e lasciati andare!”
Sembra una stupidaggine ma non lo è, anzi, è davvero un insegnamento di vita.

La soluzione è semplice quanto difficile da mettere in pratica: FREGATENE.
Fregatene, balla e lascia che chi ti sta accanto si nutra della libertà che finirai per trasmettergli.

Ti sei mai chiesto perché certe persone risultano così carismatiche? Probabilmente è un mix di fattori diversi ma credo che in larga misura molto dipenda dalla libertà, dall’energia che emanano per la semplice capacità di aprirsi al mondo senza preoccuparsi troppo.

Accetta le critiche ma evita i giudizi inutili. C’è una bella differenza fra “giudicare” e “criticare”. Sentirsi giudicati può portare a dei blocchi importanti, molti degli allievi di Rabbit Hole lo sanno così bene di scegliere un corso di recitazione proprio per riuscire a “lasciarsi andare”.
Scegliere di accettare delle “critiche” costruttive è invece tutt’altro discorso ed è una qualità necessaria per poter crescere in qualsiasi disciplina.

Che ne pensi?

Stai perdendo tempo? No… stai alimentando la tua musa.

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Questa Newsletter nasce con l’intenzione di aprire una piccola parentesi su uno dei temi cardine di questo periodo: IL TEMPO e la sua maledettissima gestione quotidiana.

L’intenzione è quella di legare questo tema ai concetti di CREATIVITÀ e ISPIRAZIONE, con l’obiettivo di capire qual è il metodo più azzeccato per gestire il tempo che dedichiamo ai nostri progetti personali senza diventare paranoici e rischiare di mollare tutto prima ancora di vedere dei risultati concreti.

Perchè se è vero che da un lato è importante investire anima e corpo nei lavori in cui crediamo, è altrettanto vero che anche il “troppo” può danneggiare la nostra produttività.

Soffri anche tu della sindrome
“Non fermarti mai perchè chi si ferma è perduto”? 

Se la risposta è positiva ti do il mio benvenuto nel club e ti invito farti una domanda che pongo a me stessa ogni volta che mi ritrovo nel loop di questa strana sindrome sempre più contagiosa:

Ma se davvero decidessi di fermarti un attimo… che cosa accadrebbe di così terribile?

Classica risposta:
“Resto indietro”

Ok… ma resti indietro rispetto a chi? E soprattutto… rispetto a cosa, di preciso?

E poi… siamo davvero sicuri che l’accanimento sia l’atteggiamento giusto per avanzare? E se provassimo a fare esattamente il contrario?

A questo punto, mi tornano alla mente le parole di uno dei miei vecchi docenti alla Silvio d’Amico:

“Prendi il tempo per perderti e alimentare la tua musa”

 

Uno dei docenti specializzati in sceneggiatura per le serie tv amava ripeterci questa frase che, con il tempo, ho imparato a interpretare più che altro come un ordine categorico.

Ma cosa significa alimentare la musa?

In parole semplici potrebbe risuonare come una frase di questo tipo:

Non farti troppe paranoie se al posto di lavorare attivamente su uno dei tuoi progetti creativi, perdi del tempo navigando online, leggendo articoli in grado di stimolare il criceto che hai in testa o spendendo le tue serate a guardare l’ultima serie in uscita su una delle mille piattaforme alle quali sei abbonato. Anche se l’IO GIUDICE non smetterà di farti sentire in colpa facendoti credere che stai solo perdendo tempo, sappi che non è così… quello che stai facendo, invece, è alimentare la musa della tua creatività”.

Per quanto mi riguarda questo concetto è diventato quasi una sfida, ed è per questa stessa ragione che qualche giorno fa ho deciso di alimentare la mia personale musa acquistando due libri connessi al mondo di TALES FROM THE LOOP: una miniserie visibile su Prima Video che ti consiglio se ti piacciono le storie lente, un po’ oniriche e dai tratti sci-fi.

I due libri in questione illustrano graficamente e con piccoli inserti romanzati, i dettagli di questo mondo, la sua storia e la storia dei robot e degli abitanti che lo popolano. Un perfetto esempio di storytelling per il progetto di un autore (Simon Stålenhag) che è nato come un libro illustrato, è diventato un gioco da tavolo dopo una campagna di crowdfounding, per poi essere trasformato in una serie tv originale Prima Video.

 

Qualcuno potrebbe dire che perdersi fra gli scaffali di una libreria e scoprire questi piccoli tesori è una perdita di tempo ma sono ormai piuttosto convinta che sia tutto l’opposto.

La nostra creatività non può lavorare al 100% se non le forniamo degli input dai quali trarre ispirazione. È per questo che ora passo la palla anche a te e ti invito a selezionare un momento di questa settimana per dedicare del tempo alla tua musa.

Come la alimenterai?

Come nutri la tua mente?

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Come hai deciso di nutrire la tua mente nel 2024?

Mi spiego meglio.

Siamo tutti abituati a dire frasi come “da gennaio mangio sano”“da domani vado in palestra tutti i giorni”, o ancora “alla fine di questo pacchetto smetto di fumare”.
Tutte idee meravigliose. Prendersi cura del proprio corpo è di fondamentale importanza, senza ombra di dubbio.

Ma alla mente chi ci pensa?
Forse è il caso di cominciare a capire come smettere di alimentarla di cibo spazzatura e cominciare a farle fare qualche giro in ristoranti stellati… non trovi? 

Lo spunto per questa newsletter arriva dalla puntata n.23 di uno dei Podcast che ascolto abitualmente. Si chiama COACHING PODCAST, condotto da Francesco Fornaro.
L’episodio si intitola proprio così: “Come nutri la tua mente?” e parla degli stimoli che quotidianamente affollano i nostri pensieri e, di conseguenza, il nostro modo di agire nel mondo. Giorno dopo giorno.
Esistono, infatti, nutrimenti esterni: stimoli che non si fermano mai e che finiscono per avere un profondo effetto sulla nostra mente proprio per la loro costanza. Provengono dall’ambiente che frequentiamo, dalle persone che ci circondano e da tutte le nostre relazioni personali.
Presta attenzione a questo tipo di stimoli e prova a chiederti se ti forniscono energia o se, piuttosto, te ne privano.

Aggiungi poi tutto il lato “mediatico” della tua vita. Quante ore trascorriamo sui social? E quanto tempo dedichiamo invece a selezionare il cibo con il quale vogliamo nutrire la nostra mente e favorire la nostra crescita personale?

Se è vero che il modo in cui pensiamo e agiamo è dettato dagli stimoli che assorbiamo ogni giorno, allora è il caso di pensarci sù e di cominciare a cercare il ristorante stellato più vicino.
Personalmente, seleziono i miei ristoranti tra le decine e decine di podcast che affollano le piattaforme.
Se condividi con me interessi come la crescita personale, la creatività e curiose storie di imprenditoria allora ho qualche consiglio per te!

 

COACHING PODCAST di Francesco Fornaro
Qui troverai strategie, metodi, tecniche, attitudini e mentalità per affrontare gli ostacoli pensando bene e meglio.
→ Il momento giusto è mai
→ Rompi le tue routine, adesso!
→ Buttare via, lasciare andare

 

HACKING CREATIVITY di Edoardo Scognamiglio e Federico Favot
Adatto a chi lavora con la creatività ed è alla ricerca di nuovi metodi per produrre idee.
→ Pablo Trincia e il giornalismo che diventa seriale
→ Intuiti, Fabula, Cicero: rivoluzionare il processo creativo con un mazzo di carte
→ I segreti del podcast Indagini con Stefano Nazzi

 

SUPERCRASH di Will Media e Boats Sound
Dove si raccontano le incredibili ascese e i crolli implacabili delle più grandi ed entusiasmanti avventure imprenditoriali italiane.
→ Freedomland, l’occasione per diventare tutti ricchi
→ L’Unicorno, la startup che voleva salvare il mondo dalla plastica

 

Concluderò questa Newsletter con il pensiero finale di Francesco Oggiano: ogni pensiero che generiamo lascia una specie di scia dietro di sé che si porta appresso pensieri simili perchè i pensieri che generiamo fanno risonanza fra loro e funzionano come una calamita.

Quindi o troviamo il modo di pensare meglio, oppure scegliamo di pensare meno (ma con qualità).

E tu? Con quali prodotti nutri la tua mente?
Condividili con me scrivendo un commento qui sotto!

 

Potrebbe sempre andare peggio… potrebbe piovere!

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Perché empatizziamo con il dolore dei personaggi che vediamo sullo schermo, ci emozioniamo e facciamo il tifo per loro?
Perché è importante vedere il protagonista di una storia soffrire, soffrire ancora, e poi ancora di più, fargli fare un passo in avanti e due indietro ogni volta che deve proseguire nel raggiungimento del suo obiettivo?
Siamo dei sadici o c’è qualche altra ragione?

Se ti piacciono le serie tv, i film, i buoni romanzi, le graphic novel (insomma le storie in generale) forse avrai notato che per riuscire a farti empatizzare con il protagonista, il narratore posiziona all’inizio della storia (e poi dissemina man mano nel corso della trama) degli elementi che, con le giuste dosi, stimolano il tuo interesse instillandoti nella testa delle domande del tipo:
– Riuscirà a salvarsi/uscire da questo problema?
– Come farà a dimostrare di essere innocente?
– Ora che ha scoperto di avere i giorni contati, cosa deciderà di fare della sua vita?

 

TE LO RICORDI IL PILOTA DI BREAKING BAD?

Un esempio (un po’ inflazionato ma sempre coerente) è l’episodio pilota di Breaking Bad. Nel pilota, il personaggio di Walter White (l’eroe) attraversa una serie di situazioni che contribuiscono a delineare il senso di immenso disagio per la vita che sta vivendo prima della mazzata finale: ha i giorni contati a causa di un cancro ai polmoni.

Se sei curioso/a di conoscere gli elementi che ti hanno letteralmente incollato al divano per 5 stagioni e 62 episodi continua a leggere. Quelli che trovi di seguito sono gli ingredienti che hanno attivato la tua empatia fin dal pilota:

1) Situazione economica precaria… (sfondiamo una porta aperta)
Walter White è un insegnante di chimica sottovalutato e deriso dai suoi stessi alunni, costretto a lavorare anche in un autolavaggio per arrivare a fine mese. La sua difficoltà finanziaria è immediatamente riconoscibile e suscita simpatia.

2) Annuncio della malattia… (chiunque condivide questa paura)
Walter riceve la notizia devastante di avere un cancro ai polmoni. Questa rivelazione aggiunge un elemento di tragico alla sua situazione e suscita compassione.

3) Rifiuto dell’offerta di aiuto finanziario… (orgoglio condivisibile)
Nonostante la sua situazione finanziaria disperata, Walter rifiuta l’offerta di aiuto finanziario dal cognato Hank. La sua dignità e orgoglio possono essere qualità con cui molti spettatori si identificano.

4) Scoperta della gravidanza della moglie… (della serie “non c’è fine al peggio”)
Come se non bastasse, la moglie di Walter, Skyler, annuncia la sua gravidanza, portando una nuova responsabilità finanziaria e mettendo ulteriormente sotto pressione il protagonista. La famiglia è una fonte di preoccupazione aggiuntiva.

5) Incontro con Jesse Pinkman… (a mali estremi, estremi rimedi)
Walter si imbatte in Jesse Pinkman, un ex studente coinvolto nel traffico di droga. L’idea di entrare in questo mondo criminale per garantire il futuro finanziario della sua famiglia è introdotta come un’opzione disperata e difficilmente lo spettatore non empatizza con Walter White quando decide di tentare questa strada per risolvere i suoi problemi.

6) Decisione di produrre metanfetamine… (il fine giustifica i mezzi)
Walter prende la decisione di entrare nel mondo della produzione di metanfetamine con Jesse come socio. Questo è il momento in cui lo spettatore può iniziare a tifare per lui, vista la sua situazione difficile e la volontà di fare qualcosa di estremo per proteggere la sua famiglia. Walter White inizia l’attività per un VALORE UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTO: LA FAMIGLIA.

7) Momento di potere… (vai e spacca!)
Quando Walter mostra la sua competenza chimica nel laboratorio di metanfetamine, acquisisce un senso di potere e controllo che può generare empatia da parte dello spettatore, radicato nella sua ricerca di autodeterminazione. Tutti noi vogliamo dimostrare di avere la stoffa per raggiungere gli obiettivi che desideriamo. In questo caso, dopo aver visto Walter deriso dai suoi stessi studenti, è un piacere vedere che riesce a dimostrare di essere un vero professionista nella sua materia.

8) Rifiuto della paura:
Nonostante le minacce e le intimidazioni, Walter si rifiuta di farsi intimorire. Questo atteggiamento di sfida può ispirare empatia da parte dello spettatore che vede il protagonista affrontare coraggiosamente le avversità e lottare con tutte le sue forze per raggiungere il suo obiettivo.

Questi sono solo alcuni degli elementi chiave che contribuiscono a creare un senso di empatia nei confronti di Walter White nel pilota di Breaking Bad. La combinazione di difficoltà personali, decisioni difficili e la lotta per il controllo della propria vita contribuiscono a costruire un personaggio complesso e avvincente che mette in moto una serie di domande drammatiche finalizzate a trasportare emotivamente lo spettatore negli episodi successivi.

Quello di Breaking Bad è solo un esempio ma, se ci fai caso, molte delle serie o dei film ai quali ti sei affezionato/a usano elementi simili.
Ti va di scovare altri esempi come quello che hai letto in questo articolo?
Mi piacerebbe sapere quali sono gli ingredienti in grado di suscitare la tua empatia nei confronti di un personaggio e per questa ragione, se ti va, ti chiedo di condividerli con me scrivendo un commento qui sotto 🙂

Qual è il tuo prossimo Moonshot?

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Cosa ti viene in mente se uso il termine MOONSHOT?

Escludendo una serie di film che portano questo titolo, il termine moonshot è originariamente associato al programma spaziale degli Stati Uniti durante gli anni ’60, il cui obiettivo principale era inviare un uomo sulla Luna. Oggi però, con moonshot ci si può riferire a un progetto ambizioso, spesso al di là degli obiettivi convenzionali, che richiede un impegno eccezionale e che può portare a progressi significativi e rivoluzionari.

Ho ritrovato questo termine qualche settimana fa, leggendo L’importanza di osare di Jane Case e da allora mi è rimasto in testa.
Il libro, in generale, parla di grandi scommesse, dell’importanza del rischio e del coraggio necessario per intraprendere una crescita personale e professionale nella propria vita.
In questo senso ho cominciato a ripensare ai miei obiettivi e ho cercato di individuare l’entità del mio personalissimo moonshot.
Ho ripensato al 2023 e alle mille sfide che ha portato con sé.
Quali di queste hanno avuto successo? E quali altre invece hanno fallito?

“Fai esattamente la cosa che pensi di non essere in grado di fare. Fallisci in questa cosa. Riprovaci. Le uniche persone che non cadono mai sono quelle che non hanno mai cercato di volare alto.”

– Cit. Oprah Winfrey

Non so se a te capita lo stesso ma, per me, dicembre rappresenta un punto di svolta, un mese nel quale è bene fermarsi un secondo, immedesimarsi un po’ nel personaggio di Barbero e fare un piccolo storico di quanto è accaduto nell’anno appena trascorso.
Quindi, mettere da parte la ricerca e voltare pagina, definendo cosa mi propongo di diventare nell’anno successivo. 
In poche parole… definire qual è il mio prossimo MOONSHOT.

 

Per quanto riguarda Rabbit Hole, il moonshot del 2023 può essere riassunto con due parole: formazione online.
Sono ormai due anni che lavoro con l’obiettivo di rendere Rabbit Hole un punto di riferimento per tutti coloro che condividono la passione per la recitazione e la scrittura al di là dell’indirizzo di residenza e non è stato facile… non è facile.
Un po’ perché c’è ancora molto scetticismo rispetto all’online, un po’ perché questo scetticismo ha contagiato anche la mia sicurezza e l’idea che ha guidato questo obiettivo fin dalla nascita.
Perché è chiaro che tutto comincia con un’idea e con una motivazione. 
La mia idea è che l’online offra possibilità che altrimenti molti di noi non potrebbero permettersi (entrare in contatto con professionisti residenti a chilometri di distanza o addirittura in un altro continente, studiare all’interno di accademie e realtà importanti senza l’obbligo di un trasferimento…) e la mia motivazione è che tutto questo l’ho sperimentato sulla mia pelle, sfruttando il periodo di pandemia per crescere e alimentare il più possibile un desiderio messo da parte perché ormai apparentemente irrealizzabile.
Da quelle esperienze “a distanza” sono nate nuove amicizie ma anche nuove collaborazioni, nuove opportunità e infine… nuovi lavori.
Cosa avrei perso se non avessi messo da parte lo scetticismo?
“Se vi trovate a considerare l’eventualità di uscire dalla vostra zona di comfort e sperimentare qualcosa di nuovo per piazzare la vostra grande scommessa, ricordate di mettere nero su bianco quello che rischiate di perdere se NON correte quel rischio.”

– Cit. Jane Case

Ecco perchè non ci siamo fermati e, malgrado un forte ritardo sul piano di partenza, i primi corsi online sono pronti sulla piattaforma di lancio e due di questi hanno già aperto le iscrizioni!
Non so come andranno questi primi esperimenti ma se c’è una cosa che non ci spaventa, è il rischio di vedere cosa succederà scavando un po’ più a fondo nella tana del bianconiglio.

Ti invito a fare lo stesso: a guardarti indietro per capire quali delle attività del 2023 ti hanno reso una persona diversa e quale sarà invece la scommessa per il 2024. 

Pensa in grande, non scoraggiarti e non fermarti di fronte alle prime difficoltà. Spero che questa piccola condivisione possa esserti utile ma, se non bastasse, ti lascio con un’ultima citazione presa dal libro di cui ti ho parlato all’inizio: L’importanza di osare.

“Le persone sagge riescono a vedere le nuove opportunità che scaturiscono dalle delusioni e sanno che il momento ideale per condurre una sperimentazione ardita non arriva mai, ma se aspetti troppo a lungo rischi che ti passi sotto il naso. È vero, la tempistica è tutto, ma come dice un proverbio anglosassone: il momento migliore per piantare un albero fu vent’anni fa; il momento dopo quello… è adesso”

Quale sarà il tuo MOONSHOT nel 2024?
Ricorda che nessuno può sapere come andrà a finire ma… il modo migliore per predire il futuro è crearlo.

Dicembre con Rabbit!

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Siamo arrivati all’ultimo mese dell’anno che, come al solito, si prospetta denso di avvenimenti, eventi, promozioni e annunci di vario tipo
Lo spirito Natalizio di Rabbit non si nasconde di sicuro ed è per questo che, come forse avrai già notato se ci segui nei social (se non lo fai sei una brutta persona dunque provvedi immediatamente!), anche quest’anno abbiamo pensato a dei regali da mettere sotto l’albero. 

Colgo quindi l’occasione per presentarti Babbo Rabbit e il suo sacco pieno di promozioni per te e per tutti i parenti, amici e nemici (perché no) ai quali vorresti regalare uno dei nostri corsi 😉
Per non perdere l’occasione, hai solo una cosa da fare: scrivere alla mail segreteria.rabbithole@gmail.com scrivendo quale corso hai scelto e se si tratta di un regalo.
Attenzione: la promozione è valida solo prenotando la tua adesione alla prova ENTRO IL 25 DICEMBRE.


VUOI FARE UN REGALO?
Specifica nella mail il nome del destinatario e riceverai una GIFT CARD RABBIT personalizzata pronta per essere impacchettata e messa sotto l’albero.

VUOI FARTI UN REGALO? Perfetto! Se si tratta di un corso che prevede una prova gratuita fissata a gennaio, avrai l’opportunità di mantenere attiva la tua promozione e sfruttarla solo nel caso in cui deciderai di procedere con l’iscrizione.

MA NON È FINITA QUI!

Sono finalmente pronti i primi due corsi di formazione dedicati al mondo della SCENEGGIATURA e del PODCASTING che Rabbit Hole ha ideato per tutti coloro che desiderano coltivare una passione e farla crescere anche restando comodamente seduti sul divano di casa 😉

Scherzi a parte… se hai la passione per la scrittura e in particolare per le SERIE TV e i PODCAST ti consiglio di dare una sbirciata al programma di questi laboratori. In entrambi i casi avrai la possibilità di confrontarti con delle professioniste del settore ed essere guidato in diretta nello sviluppo di un tuo progetto personale.

Passiamo agli eventi:
È in arrivo il secondo Open Mic di Rabbit Hole:
Martedì 12 Dicembre ore 20.45
Ti aspettiamo in Villa Angaran San Giuseppe a Bassano del Grappa per fare il tifo ai nostri super performer! Il tuo voto sarà fondamentale per decidere chi sarà il performer vincitore della serata che andrà in finale con tutti gli altri vincitori. I finalisti combatteranno all’ultimo applauso per aggiudicarsi un buono di 150 euro in corsi Rabbit Hole.

Chi gareggerà per affiancare il nostro Filippo Brigo sul trono dei vincitori?!

ALTRI APPUNTAMENTI CON RABBIT
Rabbit sarà presente in diversi eventi natalizi, comprese le annuali letture assieme ai nostri piccoli attori! Seguici nei social per aggiornamenti 😉

 

Le storie sono pericolose

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Le storie sono pericolose!
Lo sapevi?

Tutti noi sappiamo quanto siano importanti le storie all’interno della nostra quotidianità ma pochi riescono davvero a percepire quanto siano… pericolose.

In che senso?
In questi giorni ho trovato il TED Talk della scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie e ho pensato di condividerlo con voi per dirottarlo nell’ambito della scrittura e ragionare assieme su quanto sia importante la scelta del punto di vista quando decidiamo di raccontare una storia (qualsiasi tipo di storia).

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IL PERICOLO DI ASCOLTARE UNA SOLA STORIA

La scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie sottolinea il pericolo di fare esperienza di un’unica narrazione su una persona, un gruppo di persone o un evento. Per spiegarlo, condivide la sua esperienza di crescita in Nigeria dove, per anni, ha letto solo libri per bambini britannici e americani plasmando così la sua percezione di come dovrebbe essere la letteratura.
Quando invece scoprì i libri africani, capì che anche persone come lei (etnicamente parlando) potevano esistere nella letteratura e avere una voce.
Attraverso questa semplice considerazione, sottolinea quanto i bambini siano impressionabili e quanto le storie possano influenzare la loro percezione del mondo.

Allo stesso modo, in quanto narratori, dovremmo avere costante consapevolezza di quanto le nostre storie e il nostro punto di vista possono influenzare il mondo e la cultura di una società.

 

L’INFLUENZA DEGLI STEREOTIPI

Quand’era bambina, Chimamanda aveva un domestico, Fide, e ascoltando la storia di Fide dal punto di vista dei suoi genitori è cresciuta con la percezione che la famiglia del domestico non avesse altre caratteristiche se non quella della povertà e della miseria. Quell’unica narrazione le ha impedito di vedere “oltre” e di notare quanto invece quella famiglia fosse “ricca” sotto altri punti di vista.

Per questa ragione è importante conoscere gli stereotipi tipici di certe narrazioni e personaggi, arrivare tanto vicino da sfiorarli… e poi cambiare direzione. Vedere oltre, cambiare punto di vista, trovare la nostra originalità.

“La singola storia crea stereotipi, e il problema degli stereotipi non è il fatto che possano essere falsi, ma che siano incompleti”.

 

Newsletter_Novembre_RabbitHole_BassanodelGrappaIL POTERE DELLA NARRAZIONE

Le storie sono influenzate dal potere, compreso chi le racconta, come vengono raccontate e quante storie vengono raccontate. Chimamanda sottolinea che chi detiene il potere ha la capacità di plasmare la narrazione e renderla la storia definitiva di una persona o di un gruppo di persone.

Una bella responsabilità, non trovi?
Quante storie abbiamo ascoltato senza pensare che, in realtà, esiste sempre più di un punto di vista. Le nostre vite, le nostre culture, sono composte da molte storie sovrapposte e così anche la trama del mondo immaginario che scegliamo di raccontare. Per questo sono importanti i personaggi secondari e il loro personale punto di vista sul tema che stiamo affrontando in quanto narratori.

Ecco che oltre a dover scegliere quale storia sia giusto raccontare, dovremmo anche interrogarci sul da che parte cominciare e a chi farla raccontare perché ora sappiamo che iniziare una storia da un punto diverso può cambiarne completamente il significato. Il significato della narrazione, del messaggio che vorremmo trasmettere e della riflessione che, volente o nolente, susciteremo in chi ci farà l’onore di ascoltarla.

Tu che ne pensi?
Fammelo sapere e continua a seguire Rabbit Hole!