Stai perdendo tempo? No… stai alimentando la tua musa.

loop_ispirazione_Rabbit_Hole

Questa Newsletter nasce con l’intenzione di aprire una piccola parentesi su uno dei temi cardine di questo periodo: IL TEMPO e la sua maledettissima gestione quotidiana.

L’intenzione è quella di legare questo tema ai concetti di CREATIVITÀ e ISPIRAZIONE, con l’obiettivo di capire qual è il metodo più azzeccato per gestire il tempo che dedichiamo ai nostri progetti personali senza diventare paranoici e rischiare di mollare tutto prima ancora di vedere dei risultati concreti.

Perchè se è vero che da un lato è importante investire anima e corpo nei lavori in cui crediamo, è altrettanto vero che anche il “troppo” può danneggiare la nostra produttività.

Soffri anche tu della sindrome
“Non fermarti mai perchè chi si ferma è perduto”? 

Se la risposta è positiva ti do il mio benvenuto nel club e ti invito farti una domanda che pongo a me stessa ogni volta che mi ritrovo nel loop di questa strana sindrome sempre più contagiosa:

Ma se davvero decidessi di fermarti un attimo… che cosa accadrebbe di così terribile?

Classica risposta:
“Resto indietro”

Ok… ma resti indietro rispetto a chi? E soprattutto… rispetto a cosa, di preciso?

E poi… siamo davvero sicuri che l’accanimento sia l’atteggiamento giusto per avanzare? E se provassimo a fare esattamente il contrario?

A questo punto, mi tornano alla mente le parole di uno dei miei vecchi docenti alla Silvio d’Amico:

“Prendi il tempo per perderti e alimentare la tua musa”

 

Uno dei docenti specializzati in sceneggiatura per le serie tv amava ripeterci questa frase che, con il tempo, ho imparato a interpretare più che altro come un ordine categorico.

Ma cosa significa alimentare la musa?

In parole semplici potrebbe risuonare come una frase di questo tipo:

Non farti troppe paranoie se al posto di lavorare attivamente su uno dei tuoi progetti creativi, perdi del tempo navigando online, leggendo articoli in grado di stimolare il criceto che hai in testa o spendendo le tue serate a guardare l’ultima serie in uscita su una delle mille piattaforme alle quali sei abbonato. Anche se l’IO GIUDICE non smetterà di farti sentire in colpa facendoti credere che stai solo perdendo tempo, sappi che non è così… quello che stai facendo, invece, è alimentare la musa della tua creatività”.

Per quanto mi riguarda questo concetto è diventato quasi una sfida, ed è per questa stessa ragione che qualche giorno fa ho deciso di alimentare la mia personale musa acquistando due libri connessi al mondo di TALES FROM THE LOOP: una miniserie visibile su Prima Video che ti consiglio se ti piacciono le storie lente, un po’ oniriche e dai tratti sci-fi.

I due libri in questione illustrano graficamente e con piccoli inserti romanzati, i dettagli di questo mondo, la sua storia e la storia dei robot e degli abitanti che lo popolano. Un perfetto esempio di storytelling per il progetto di un autore (Simon Stålenhag) che è nato come un libro illustrato, è diventato un gioco da tavolo dopo una campagna di crowdfounding, per poi essere trasformato in una serie tv originale Prima Video.

 

Qualcuno potrebbe dire che perdersi fra gli scaffali di una libreria e scoprire questi piccoli tesori è una perdita di tempo ma sono ormai piuttosto convinta che sia tutto l’opposto.

La nostra creatività non può lavorare al 100% se non le forniamo degli input dai quali trarre ispirazione. È per questo che ora passo la palla anche a te e ti invito a selezionare un momento di questa settimana per dedicare del tempo alla tua musa.

Come la alimenterai?

Quanto spesso dici “NO”?

Dire_di_no_Rabbit_Hole
Quanto spesso dici NO?
Ti lancio una sfida.

Questo mese arrivo tardi.. Ma arrivo.
La newsletter Education di Rabbit questo mese si è fatta attendere ma ci sono buone ragioni che hanno a che fare con i bei progetti, la crescita professionale e tutte le novità che ogni mese Rabbit e la sottoscritta si portano appresso.
Siamo stati impegnati, e tanto, dicembre e gennaio sono stati una sfida contro il tempo, il sonno e le varie sfaccettature che rendono questa vita così imprevedibile e così poco noiosa…
E allora di cosa ci lamentiamo?
Perché tutto ciò che accade ci insegna qualcosa, nel bene e nel male, e non vedo migliore occasione di una newsletter educativa per condividere con te un paio di casette che ho imparato in questo periodo:

– Ma quanto è bella la parola “NO”
– La bellezza va assunta a piccole dosi.

 

QUANTO SPESSO DICI “NO”?

Una persona, qualche settimana fa, mi ha detto che l’incapacità di dire NO deriva da un atteggiamento inconscio che ci porta al voler restare il più alla larga possibile da persone o situazioni che potrebbero mettere noi stessi di fronte a dei NO categorici.
Da questa considerazione è nata una piccola sfida: cercare i NO. 
Anche i NO più assurdi come chiedere alla commessa di un supermercato di offrirmi la spesa, formulare fatture improbabili per lavori che sai che c’è? O l’accettano così o chi se ne frega,
avanzare richieste che fino al mese scorso non avremmo fatto per superare la paura di due stupide lettere e del giudizio di chi le pronuncia.
E a questo punto, dopo una bella collezione di NO dritti in faccia, forse risulterà più semplice pronunciarla a nostra volta perché, più spesso di quanto immaginiamo, questa cosa del “sentirsi in colpa” è una preoccupazione inutile e inverosimile.
Questo mondo ci vorrebbe sempre perfetti, altruisti, sempre pronti a dire di sì e a ricevere dei NO senza battere ciglio… Ma non è così che deve andare… Perché più spesso di quanto immaginiamo i SÌ causano più danni dei NO.
E allora che si fa? Si accetta la sfida.

 

LA BELLEZZA VA ASSUNTA A PICCOLE DOSI

Ti capita mai di sentire il cuore scoppiare?
È una sensazione, ma a volte è come se non potessi più trattenerlo nel petto, improvvisamente deve andarsene da qualche parte chissà dove e chissà perché.
In questo mese ho scoperto che le emozioni, quelle brutte ma anche quelle tremendamente belle, arrivano senza preavviso. Ho scoperto anche che non è mai sbagliato viverle se ti portano a conoscere un lato di te stesso che non ti saresti immaginato.
Come quando dici che non sarai mai in grado di fare/vivere una determinata situazione e poi te la ritrovi di fronte agli occhi il secondo successivo… E finisci per sentirti stupido, e impotente, e felice e terrorizzato al tempo stesso.
Ecco il perché delle piccole dosi. Perché solo così è possibile godersi tutto, il meglio e il peggio, aspettando che la burrasca passi per rilassare le spalle nel momento in cui capisci che domani è un altro giorno e il sole sorgerà di nuovo… Qualsiasi cosa accada.
Il sole è prevedibile, ma tutto il resto aspetta solo di essere vissuto con la curiosità di chi è pronto ad accoglierlo.

E allora tu accoglilo… ma a piccole dosi.

Come nutri la tua mente?

podcast_Rabbit_Hole

Come hai deciso di nutrire la tua mente nel 2024?

Mi spiego meglio.

Siamo tutti abituati a dire frasi come “da gennaio mangio sano”“da domani vado in palestra tutti i giorni”, o ancora “alla fine di questo pacchetto smetto di fumare”.
Tutte idee meravigliose. Prendersi cura del proprio corpo è di fondamentale importanza, senza ombra di dubbio.

Ma alla mente chi ci pensa?
Forse è il caso di cominciare a capire come smettere di alimentarla di cibo spazzatura e cominciare a farle fare qualche giro in ristoranti stellati… non trovi? 

Lo spunto per questa newsletter arriva dalla puntata n.23 di uno dei Podcast che ascolto abitualmente. Si chiama COACHING PODCAST, condotto da Francesco Fornaro.
L’episodio si intitola proprio così: “Come nutri la tua mente?” e parla degli stimoli che quotidianamente affollano i nostri pensieri e, di conseguenza, il nostro modo di agire nel mondo. Giorno dopo giorno.
Esistono, infatti, nutrimenti esterni: stimoli che non si fermano mai e che finiscono per avere un profondo effetto sulla nostra mente proprio per la loro costanza. Provengono dall’ambiente che frequentiamo, dalle persone che ci circondano e da tutte le nostre relazioni personali.
Presta attenzione a questo tipo di stimoli e prova a chiederti se ti forniscono energia o se, piuttosto, te ne privano.

Aggiungi poi tutto il lato “mediatico” della tua vita. Quante ore trascorriamo sui social? E quanto tempo dedichiamo invece a selezionare il cibo con il quale vogliamo nutrire la nostra mente e favorire la nostra crescita personale?

Se è vero che il modo in cui pensiamo e agiamo è dettato dagli stimoli che assorbiamo ogni giorno, allora è il caso di pensarci sù e di cominciare a cercare il ristorante stellato più vicino.
Personalmente, seleziono i miei ristoranti tra le decine e decine di podcast che affollano le piattaforme.
Se condividi con me interessi come la crescita personale, la creatività e curiose storie di imprenditoria allora ho qualche consiglio per te!

 

COACHING PODCAST di Francesco Fornaro
Qui troverai strategie, metodi, tecniche, attitudini e mentalità per affrontare gli ostacoli pensando bene e meglio.
→ Il momento giusto è mai
→ Rompi le tue routine, adesso!
→ Buttare via, lasciare andare

 

HACKING CREATIVITY di Edoardo Scognamiglio e Federico Favot
Adatto a chi lavora con la creatività ed è alla ricerca di nuovi metodi per produrre idee.
→ Pablo Trincia e il giornalismo che diventa seriale
→ Intuiti, Fabula, Cicero: rivoluzionare il processo creativo con un mazzo di carte
→ I segreti del podcast Indagini con Stefano Nazzi

 

SUPERCRASH di Will Media e Boats Sound
Dove si raccontano le incredibili ascese e i crolli implacabili delle più grandi ed entusiasmanti avventure imprenditoriali italiane.
→ Freedomland, l’occasione per diventare tutti ricchi
→ L’Unicorno, la startup che voleva salvare il mondo dalla plastica

 

Concluderò questa Newsletter con il pensiero finale di Francesco Oggiano: ogni pensiero che generiamo lascia una specie di scia dietro di sé che si porta appresso pensieri simili perchè i pensieri che generiamo fanno risonanza fra loro e funzionano come una calamita.

Quindi o troviamo il modo di pensare meglio, oppure scegliamo di pensare meno (ma con qualità).

E tu? Con quali prodotti nutri la tua mente?
Condividili con me scrivendo un commento qui sotto!

 

Qual è il tuo prossimo Moonshot?

Moonshot_Rabbit_Hole_Bassano_del_Grappa_Newsletter
Cosa ti viene in mente se uso il termine MOONSHOT?

Escludendo una serie di film che portano questo titolo, il termine moonshot è originariamente associato al programma spaziale degli Stati Uniti durante gli anni ’60, il cui obiettivo principale era inviare un uomo sulla Luna. Oggi però, con moonshot ci si può riferire a un progetto ambizioso, spesso al di là degli obiettivi convenzionali, che richiede un impegno eccezionale e che può portare a progressi significativi e rivoluzionari.

Ho ritrovato questo termine qualche settimana fa, leggendo L’importanza di osare di Jane Case e da allora mi è rimasto in testa.
Il libro, in generale, parla di grandi scommesse, dell’importanza del rischio e del coraggio necessario per intraprendere una crescita personale e professionale nella propria vita.
In questo senso ho cominciato a ripensare ai miei obiettivi e ho cercato di individuare l’entità del mio personalissimo moonshot.
Ho ripensato al 2023 e alle mille sfide che ha portato con sé.
Quali di queste hanno avuto successo? E quali altre invece hanno fallito?

“Fai esattamente la cosa che pensi di non essere in grado di fare. Fallisci in questa cosa. Riprovaci. Le uniche persone che non cadono mai sono quelle che non hanno mai cercato di volare alto.”

– Cit. Oprah Winfrey

Non so se a te capita lo stesso ma, per me, dicembre rappresenta un punto di svolta, un mese nel quale è bene fermarsi un secondo, immedesimarsi un po’ nel personaggio di Barbero e fare un piccolo storico di quanto è accaduto nell’anno appena trascorso.
Quindi, mettere da parte la ricerca e voltare pagina, definendo cosa mi propongo di diventare nell’anno successivo. 
In poche parole… definire qual è il mio prossimo MOONSHOT.

 

Per quanto riguarda Rabbit Hole, il moonshot del 2023 può essere riassunto con due parole: formazione online.
Sono ormai due anni che lavoro con l’obiettivo di rendere Rabbit Hole un punto di riferimento per tutti coloro che condividono la passione per la recitazione e la scrittura al di là dell’indirizzo di residenza e non è stato facile… non è facile.
Un po’ perché c’è ancora molto scetticismo rispetto all’online, un po’ perché questo scetticismo ha contagiato anche la mia sicurezza e l’idea che ha guidato questo obiettivo fin dalla nascita.
Perché è chiaro che tutto comincia con un’idea e con una motivazione. 
La mia idea è che l’online offra possibilità che altrimenti molti di noi non potrebbero permettersi (entrare in contatto con professionisti residenti a chilometri di distanza o addirittura in un altro continente, studiare all’interno di accademie e realtà importanti senza l’obbligo di un trasferimento…) e la mia motivazione è che tutto questo l’ho sperimentato sulla mia pelle, sfruttando il periodo di pandemia per crescere e alimentare il più possibile un desiderio messo da parte perché ormai apparentemente irrealizzabile.
Da quelle esperienze “a distanza” sono nate nuove amicizie ma anche nuove collaborazioni, nuove opportunità e infine… nuovi lavori.
Cosa avrei perso se non avessi messo da parte lo scetticismo?
“Se vi trovate a considerare l’eventualità di uscire dalla vostra zona di comfort e sperimentare qualcosa di nuovo per piazzare la vostra grande scommessa, ricordate di mettere nero su bianco quello che rischiate di perdere se NON correte quel rischio.”

– Cit. Jane Case

Ecco perchè non ci siamo fermati e, malgrado un forte ritardo sul piano di partenza, i primi corsi online sono pronti sulla piattaforma di lancio e due di questi hanno già aperto le iscrizioni!
Non so come andranno questi primi esperimenti ma se c’è una cosa che non ci spaventa, è il rischio di vedere cosa succederà scavando un po’ più a fondo nella tana del bianconiglio.

Ti invito a fare lo stesso: a guardarti indietro per capire quali delle attività del 2023 ti hanno reso una persona diversa e quale sarà invece la scommessa per il 2024. 

Pensa in grande, non scoraggiarti e non fermarti di fronte alle prime difficoltà. Spero che questa piccola condivisione possa esserti utile ma, se non bastasse, ti lascio con un’ultima citazione presa dal libro di cui ti ho parlato all’inizio: L’importanza di osare.

“Le persone sagge riescono a vedere le nuove opportunità che scaturiscono dalle delusioni e sanno che il momento ideale per condurre una sperimentazione ardita non arriva mai, ma se aspetti troppo a lungo rischi che ti passi sotto il naso. È vero, la tempistica è tutto, ma come dice un proverbio anglosassone: il momento migliore per piantare un albero fu vent’anni fa; il momento dopo quello… è adesso”

Quale sarà il tuo MOONSHOT nel 2024?
Ricorda che nessuno può sapere come andrà a finire ma… il modo migliore per predire il futuro è crearlo.

Non aspettare il momento giusto… il tempo non ha pazienza.

Non aspettare_tempo_blog_RabbitHole_BassnodelGrappa

Una pagina su Instagram ha attirato la mia attenzione: il profilo si chiama “ZACHPOGROB”. Non so chi sia Zach né cosa faccia nella vita ma una cosa è certa e puoi verificarla quando vuoi.
Il suo profilo è pieno di constatazioni più o meno semplici e dirette ma decisamente vere.
Sono riflessioni in grado di parlare chiaro e forte alla tua anima… se la tua anima sa ascoltare (ovviamente).

Te ne condivido una in particolare:

Blog_RabbitHole_BassanodelGrappaL’ultimo concetto per me è qualcosa di fondamentale: “Quando scommetti tutto su un sogno, la vita comincia a diventarlo” ed io non posso fare a meno di collegare questa verità con il concetto del tempo e del modo in cui decidiamo di utilizzarlo, giorno dopo giorno. 

Man mano che passano gli anni mi rendo conto che il tempo non torna più, quello che stiamo vivendo in questo istante non tornerà più e così le nostre emozioni, i nostri sogni e le scommesse sulle quali decidiamo di investire le nostre energie.

Tutto questo è scontato, risaputo, quasi banale… allora perché molti di noi continuano a sprecare attimi preziosi nell’attesa che arrivi il momento adatto, il giorno giusto per mettere da parte ciò che facciamo senza il minimo interesse e prendere in mano ciò che ci fa davvero battere il cuore? 

A volte sembra che la vita che dobbiamo vivere sia un dovere e non un diritto.
Molti di noi sono diventati grandi con l’idea che il lavoro stesso sia un’attività da compiere in attesa di avere il tempo e i soldi per permetterci qualcos’altro, quella cosa che ci interessa davvero. Poi però accade che quel momento arriva e noi non abbiamo la più pallida idea di cosa sia quella cosa che stavamo aspettando di fare. Semplicemente non ci conosciamo abbastanza, non sappiamo cosa ci fa battere il cuore e ci rende vivi. 

 

Allora perché aspettare? Blog_RabbitHole_BassanodelGrappa

“Non aspettare di trovare il tempo. Metti da parte il tempo per le cose che contano.”

E se ti sembra che sia troppo tardi fermati, siediti in quell’unico posto in cui sai di poter stare bene, e rileggi le parole di questo sconosciuto che ho deciso di condividere con te. Se non conosci l’inglese non preoccuparti, proverò a parafrasarle prendendomi la libertà di arricchirle con qualche considerazione personale.

 

Ricomincia. Inizi da zero. Inizia dal nulla. Abbandona l’ego e tutto ciò che pensi di sapere di te stesso, della tua vita, e trova uno scopo. Allontanati dalle abitudini per trovare la gioia. Ne vale la pena. Sempre. La maggior parte delle persone non lascerà alle spalle decenni di lavoro per iniziare decenni di gioco. Per iniziare a fare ciò che lo fa stare davvero bene. Fallo. Rischia. Quando si scommette tutto su un sogno, la vita comincia a diventare quel sogno.
Questo non significa per forza che devi fare la valigia e andartene, mollare tutto quello che hai fatto fino a ieri e investire i risparmi di una vita sulla prima idea che ti passa per la testa.
Significa semplicemente che dobbiamo smettere di dare per scontata la vita, le nostre giornate. 
Significa che se la mattina non riesci a trovare una ragione per alzarti dal letto devi smettere di pensare che sia giusto così e che i giorni felici arriveranno con la pensione.
Al contrario, vuol dire che è arrivato il momento di fare un dialogo con te stesso e farti una sola domanda: cosa mi fa battere il cuore? Non ieri, non domani, ma oggi.

 

Sapevi di essere un eroe?

Sapevi di essere un
Lo so, il ritorno all’autunno è traumatico per tutti (per me di sicuro) e malgrado l’estate non sembri volersene andare dobbiamo farcene una ragione, rimboccarci le maniche e ricominciare la ciclicità di una nuova stagione.
Rabbit Hole e i suoi corsi, la scuola, il lavoro… tutto sta ricominciando e in virtù di questa nuova rinascita lasciami condividere con te una piccola riflessione dedicata a tutti coloro che hanno deciso di uscire dalla loro zona di comfort ed iniziare un nuovo percorso in Rabbit… o una nuova sfida personale in altri ambiti.

Questo piccolo atto di coraggio ti rende a tutti gli effetti un eroe/eroina… lo sapevi?

Non sto esagerando!
Lascia che ti spieghi di cosa sto parlando.
Per farlo userò IL VIAGGIO DELL’EROE.
Sai di cosa si tratta?

In due parole, si tratta di un modo molto sintetico per schematizzare la struttura di una qualsiasi storia e fare in modo che funzioni.

Di solito comincia con una chiamata: all’eroe (il protagonista) arriva una chiamata all’avventura che lo mette di fronte ad una scelta: rifiutare la chiamata restando nel MONDO ORDINARIO (nella sua zona di comfort), oppure fare un salto, assumersi un rischio e decidere di entrare nel MONDO STRAORDINARIO.
Il mondo straordinario è una zona in cui l’eroe metterà in gioco se stesso, le sue conoscenze e le sue capacità per produrre un cambiamento in grado di modificare per sempre lui, la sua vita e il mondo che lo circonda.
È un cambiamento fatto di ostacoli (diversi ostacoli) di vittorie e sconfitte. Ci sarà un momento in cui l’eroe dovrà affrontare la sua paura più grande e un momento in cui starà quasi per morire prima di raggiungere il cambiamento finale e rinascere.
Perchè ti dico tutto questo?
Per renderti cosciente del fatto che entrare in Rabbit e decidere di mettersi in gioco è di per se un’azione eroica. 
Mettendoti alla prova hai scelto di accettare una chiamata all’avventura con tutto ciò che questa chiamata comporta, ma anche di credere in te stesso fino in fondo, nelle tue capacità e nel tuo obiettivo finale: crescita e cambiamento.
Vivere è solo questo in fondo: affrontare ogni giorno ciò che ci spaventa e metterci in gioco senza paura di sbagliare… o meglio… affrontando la paura di sbagliare.
Esiste un solo modo per non sbagliare.
Sai qual è? Restare immobile.
Non fare nulla che possa metterci nella situazione di fallire. Certo è possibile farlo ma a cosa stai rinunciando?
Nel migliore dei casi ad una sconfitta ma nel peggiore dei casi… stai rinunciando a vivere.

Credi nelle tue idee.

RabbitHole_blog_credinelletueidee_BassanodelGrappa_podcast_Fazi_AntologiadiS.

CREDI NELLE TUE IDEE!
Non giudicarle.

Ti è mai venuta un’idea impossibile?
Allora ascolta questa storia:

L’altro giorno ho ascoltato un podcast che mi ha tenuta con il fiato sospeso come non succedeva da tempo. È uscito nell’aprile del 2022 e si intitola “Antologia di S.”, scritto da Riccardo Fazi.
Lo trovi gratuitamente su Rai Play Sound quindi non hai scusa per non ascoltarlo 😉

Perché dovresti? 

Perché è l’esempio perfetto di come un’idea per registrare un podcast che chiunque giudicherebbe come “impossibile” possa trasformarsi in qualcosa di molto potente: un mezzo per raccontare la storia di una cittadina, di un popolo, di una precisa epoca storica e dei ricordi di quello stesso popolo a distanza di 22 anni.

Nel 1993 Riccardo Fazi trascorre una settimana di vacanza a Rimini con i suoi genitori. Conosce qui una ragazza, quattordicenne come lui, che la sera prima della sua partenza lo saluta regalandogli una musicassetta registrata con un messaggio: “Ciao Roma! Ci vediamo a Santarcangelo!” 22 anni dopo Riccardo parte alla ricerca di quella voce.

“Antologia di S.” è un podcast che si snoda attraverso gli intricati sentieri del passato e del presente. La storia inizia con una domanda affascinante e semplice: “riuscirà il narratore a trovare una ragazza conosciuta al mare 22 anni prima solo grazie alla sua voce?” Questo enigma diventa il cuore pulsante della narrazione. Il podcast ci porta in una cittadina costiera, un luogo in cui il tempo sembra sospeso tra le onde dell’oceano e le storie dei suoi abitanti.

Ciò che rende “Antologia di S.” così coinvolgente è la sua capacità di trascinare l’ascoltatore attraverso una serie di episodi, alimentati dalla ricerca di una risposta a questa domanda. Quante volte ripensiamo alle persone che abbiamo conosciuto nel passato, ai legami che abbiamo perso o alle storie d’amore che non si sono mai compiute? E se da una semplice domanda potesse nascere una storia meravigliosa?

Il podcast ci invita a riflettere sulla potenza delle relazioni umane e sulla magia che può scaturire da un incontro casuale, anche a 22 anni di distanza.

E se mettessi davvero mano a una di quelle esperienze di vita?
Avresti il coraggio di smuovere un’intera città alla ricerca di una voce?

“Antologia di S.” ci insegna una preziosa lezione: non giudicarti e non giudicare mai le tue idee, nemmeno le più banali. Questo podcast è la storia di un uomo che ha deciso di scombinare le carte di un’intera città con l’unico obiettivo di ritrovare una voce. Quello che ha creato fa venire la pelle d’oca.

Se ci avesse raccontato la sua idea prima di metterla in pratica, cosa avremmo fatto?
Probabilmente gli avremmo risposto che era IMPOSSIBILE. Eppure, è proprio questa determinazione a seguire un’idea apparentemente folle che ha portato alla creazione di un’opera straordinaria.

FERMATI. Cosa vuoi davvero?

Fermati_serenità_inspirazione_RabbitHole_BassanodelGrappa

Seneca ha detto:

“Non è che abbiamo troppo poco tempo da vivere, è che ne sprechiamo una gran parte. La vita è abbastanza lunga e ci viene data in misura sufficiente per fare molte cose grandi se la spendiamo bene ma quando viene sprecata nello scarico del lusso della negligenza, quando viene impiegata a vuoto, alla fine ci accorgiamo che è passata prima ancora di riconoscerla. E così è: non riceviamo una vita breve… la rendiamo tale”.

 

Quante volte capita, nella vita, di essere in una situazione di stallo?

Ritrovarsi bloccati per ragioni che vanno oltre la nostra comprensione: uno stato d’animo, pigrizia, noia, insoddisfazione, poca forza di volontà… o magari soldi… tempo, ragioni che vanno completamente fuori il nostro controllo.
E in quei momenti che si fa?
Nessuno lo sa..
C’è chi si butta a capofitto sul lavoro per smettere di pensare, chi corre chilometri al giorno per la stessa ragione e chi, semplicemente, non fa nulla, procede con la propria vita seguendo d’inerzia ciò che pensa sia giusto per lui/lei. Perché in fondo è più facile così e perché, in fondo, anche questo è un buon sistema per non pensare a chi siamo, come ci sentiamo e cosa vogliamo davvero.
Quello che sappiamo fare meglio è lamentarci di tutte le cose che non vanno e tutto quello che vorremmo cambiare, della nostra persistente insoddisfazione.

C’è solo una cosa che la maggior parte di noi non fa, o non riesce a fare: fermarsi e cercare per una sola volta nella vita di farsi delle domande…  quelle giuste, magari.

Recentemente mi sono imbattuta nella delusione più grande della mia vita. In tre minuti mi è crollato addosso un universo di speranze e aspettative, mi sono ritrovata di fronte al nulla, perdendo le coordinate che stavano guidando ogni mia azione.
Nei giorni successivi, un’amica mi ha regalato un libro di Gianluca Gotto: “Profondo come il mare, leggero come il cielo”. È un testo che parla di sofferenza e del viaggio che dobbiamo compiere per uscirne. Non parla della ricerca della felicità ma di qualcosa di più grande: la serenità.

Qual è la differenza?
La felicità è qualcosa che arriva da fuori, da fattori esterni che la maggior parte delle volte non possiamo controllare. È sfuggente e momentanea, non dipende da noi e quando arriva possiamo solo esserne grati, ma coscienti che presto passerà.
La serenità, invece, è qualcosa di più profondo: è il benessere che possiamo raggiungere solo scavando dentro noi stessi attraverso un processo di sottrazione.

“Invece di correre così tanto con i pensieri, fermati. Invece di desiderare, calmati. Invece di fare, respira. Invece di cercare le risposte ovunque, lascia che emergano dentro di te”.

A questo punto ti starai chiedendo..

Ma cosa c’entra tutto questo con Rabbit Hole? Tutto e nulla.

 Rabbit Hole nasce da un sogno, si evolve in base alle mie sensazioni e grazie ai desideri e alle emozioni che VOI mi restituite ogni giorno.
Per questa ragione è fondamentale che voi stiate bene ed è questa la ragione che mi spinge a scrivere questa mail con un semplicemente invito:

È agosto, probabilmente sei in ferie e ti stai godendo una vacanza, oppure sei casa e fare quei lavori che hai posticipato per mesi in attesa di avere il tempo di fare finalmente quello che non riesci mai a fare.
Dammi ascolto e fatti un regalo: FERMATI.
Fermati per 10 minuti, mettiti a sedere e pensa alla tua vita, a quello che sei, a quello che fai, agli amici che ti circondano, alla famiglia, alla persona che ami.
Dimentica tutto quello che credi di sapere e ascolta semplicemente le tue sensazioni rispetto ai pensiero che ti affiorano nella mente, a tutto quello che vorresti cambiare e a tutto quello che ti rende non felice… ma sereno/serena.
Ascoltati, e alla fine di questi dieci minuti domandati se c’è qualcosa, anche una sola cosa che hai intravisto dentro di te e che non pensavi di avere…
Una piccola verità, una scoperta, un fastidio, una bugia o un semplice insegnamento.

Se è vero che non è facile trovare la serenità, è altrettanto vero che basta un piccolo gesto per cominciare a cercarla: fermarsi… E ascoltare.

Jim Carrey una volta ha detto:

“Spero che tutti possano diventare ricchi e famosi e avere tutto quello che hanno sempre sognato, così scopriranno che quella non è la risposta che stavano cercando”.