Come prendere decisioni (quelle giuste?)

Ciao a tutti,
prendere decisioni non è mai facile, vero?

A volte siamo chiamati a fare scelte immediate, altre volte ci troviamo di fronte a decisioni che potrebbero cambiare la nostra vita tra due o quattro anni.
Mark Twain una volta disse: “Il segreto per andare avanti è iniziare.
E quante volte ci siamo trovati bloccati proprio all’inizio?

Pensateci: quanto è difficile prendere una decisione immediata? Quella pressione che ci fa sentire come se tutto dipendesse da un singolo istante. Ma è altrettanto complesso prendere decisioni a lungo termine, quelle che non vedranno i loro effetti subito, ma che plasmeranno il nostro futuro.

E voi, come prendete decisioni? Qual è il vostro metodo? Vi trovate meglio sotto pressione o preferite prendervi del tempo per riflettere?

Personalmente, ho riflettuto sul mio approccio e mi sono resa conto che spesso do troppo spazio al cervello. Ci sono momenti in cui ascoltare la pancia o il cuore sarebbe molto meglio. Come disse Steve Jobs:
“Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e il vostro intuito. In qualche modo sanno già cosa volete veramente diventare.”

Ruth Chang, filosofa e professoressa presso l’University College di Oxford, in una delle sue famose TED Talk, ci offre una prospettiva interessante su come affrontare le scelte difficili. Secondo Chang, le scelte difficili sono difficili non perché una delle opzioni sia migliore dell’altra, ma perché ciascuna opzione rappresenta un valore diverso per noi. Lei sostiene che prendere una decisione difficile è un’opportunità per definire chi vogliamo essere. Le scelte difficili ci permettono di creare dei “propri ragionamenti”, un concetto che ci aiuta a non sentirci sopraffatti dalla necessità di trovare la scelta “giusta” ma piuttosto di fare la scelta che ci rappresenta meglio.

Prendere decisioni con la testa ha i suoi vantaggi: analizzare razionalmente tutte le opzioni, basarsi su dati concreti ed esperienze passate può ridurre l’influenza delle emozioni e portare a scelte ben ponderate. Tuttavia, ascoltare il cuore ha il suo fascino. L’intuizione e la passione ci guidano verso ciò che ci rende davvero felici e ci fanno sentire in sintonia con la nostra decisione.

Avete mai preso una decisione seguendo la ragione anche se l’istinto urlava un’altra cosa? Vi siete mai pentiti? Com’è finita?
Fatemelo sapere rispondendo a questa mail! Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre esperienze e i vostri metodi.

Baci!
Rabbit Hole

Responsabile o Creativo?

Qualche mese fa, in una delle Newsletter che mi capita di leggere (The 6am Review di Francesco Favaro), ho letto una brevissima considerazione in merito al termine RESPONSABILITÀ, legato a questa citazione di Paulo Coelho:
“Un guerriero responsabile non è quello che si prende sulle spalle il peso del mondo. È colui che ha imparato ad affrontare le sfide del momento”.

Inizio con una citazione per suggerire una riflessione sulla parola “responsabilità” e domandarti: che significato dai tu a questo termine?

Non continuare a leggere, fermati un secondo a pensarci, formula la tua risposta e poi continua.
Credo che la mia risposta sarebbe molto simile alla prima parte della citazione di Zio Coelho… una cosa come: è responsabile colui che fa tutto il possibile per portare a termine il proprio dovere, oppure… mi sento responsabile quando mi assumo il compito di gestire/tutelare altre persone rispetto ad un determinato lavoro o una determinata situazione..

Insomma, se penso al termine “responsabilità”, in generale mi sale addosso una sensazione di peso, del tipo “Oddio tocca a me prendermi la responsabilità di gestire bene questa cosa, di fare in modo che tutti tornino a casa sani e salvi, devo costringermi a  fare solo scelte mature, non mi posso divertire, devo essere responsabile!”

Forse sto un po’ esagerando, ma il concetto è più o meno questo.
Se invece guardiamo all’origine latina del termine (respònsus) capiamo che è legato alla parola rispondere, impegnarsi a rispondere delle proprie azioni nei confronti degli altri o di noi stessi.

La differenza è sottile ma non troppo, perché se ci soffermiamo a riflettere sull’origine latina capiamo tre cose (dal mio punto di vista almeno).

– Responsabilità e coraggio vanno a braccetto.
Come afferma la citazione: “Un guerriero responsabile è colui che ha imparato ad affrontare le sfide del momento” quindi è effettivamente colui che risponde, reagisce, colui che non si lascia affliggere passivamente dai problemi ma si mette in moto per risolverli, anche e soprattutto se non hanno a che fare con nessuno se non con sé stesso.

Siamo gli unici responsabili di noi stessi.
Detto in altre parole: non dare la colpa agli altri per quello che ti accade o per come ti senti e prenditi una volta per tutte la responsabilità per la tua vita.-

Non ti piace una cosa? Cambiala.
Non ti piace una persona? Smetti di frequentarla. Non puoi fare a meno di agire in un certo modo anche se poi sai che starai male? Agisci, prova delle soluzioni alternative per evitare di farlo un’altra volta.. oppure continua a farlo, ma non dare più la colpa a tua nonna, il cane o la zia che ti ha cresciuto in questo modo.

 

Essere responsabili non è sinonimo di “essere noiosi”.
Perché è questo che mi fa pensare il termine: siccome sono una persona responsabile allora significa che sono anche quel tipo di persona che non si sa divertire. E se fosse l’esatto contrario? Chi più di una persona in grado di rispondere a testa alta alle sfide del momento può considerarsi creativa e stimolante?
Forse nessuno.
Tutto questo per raccontarti un pensiero che nasce dalla mia ormai ferrea convinzione che spesso quello che ci raccontiamo per non voler mettere in moto un progetto o una scommessa che riguarda la nostra vita è solo una marea di scuse senza sostanza. Non so te, ma io sono stanca del vittimismo immotivato dunque ecco la sfida dell’estate:  

Impara ad essere responsabile della tua vita e delle tue scelte. Smettila di scusarti e prendi in mano quello che non ti piace, cambialo, e se è difficile riprovaci, sii creativo/a e tenta un’altra soluzione perché forse non lo sai ma… raramente qualcosa (qualunque cosa) funziona al primo tentativo.

Cosa ne pensi?
Fammelo sapere nei commenti!