Qualche mese fa, in una delle Newsletter che mi capita di leggere (The 6am Review di Francesco Favaro), ho letto una brevissima considerazione in merito al termine RESPONSABILITÀ, legato a questa citazione di Paulo Coelho:
“Un guerriero responsabile non è quello che si prende sulle spalle il peso del mondo. È colui che ha imparato ad affrontare le sfide del momento”.
Inizio con una citazione per suggerire una riflessione sulla parola “responsabilità” e domandarti: che significato dai tu a questo termine?
Non continuare a leggere, fermati un secondo a pensarci, formula la tua risposta e poi continua.
Credo che la mia risposta sarebbe molto simile alla prima parte della citazione di Zio Coelho… una cosa come: è responsabile colui che fa tutto il possibile per portare a termine il proprio dovere, oppure… mi sento responsabile quando mi assumo il compito di gestire/tutelare altre persone rispetto ad un determinato lavoro o una determinata situazione..
Insomma, se penso al termine “responsabilità”, in generale mi sale addosso una sensazione di peso, del tipo “Oddio tocca a me prendermi la responsabilità di gestire bene questa cosa, di fare in modo che tutti tornino a casa sani e salvi, devo costringermi a fare solo scelte mature, non mi posso divertire, devo essere responsabile!”
Forse sto un po’ esagerando, ma il concetto è più o meno questo.
Se invece guardiamo all’origine latina del termine (respònsus) capiamo che è legato alla parola rispondere, impegnarsi a rispondere delle proprie azioni nei confronti degli altri o di noi stessi.
La differenza è sottile ma non troppo, perché se ci soffermiamo a riflettere sull’origine latina capiamo tre cose (dal mio punto di vista almeno).
– Responsabilità e coraggio vanno a braccetto.
Come afferma la citazione: “Un guerriero responsabile è colui che ha imparato ad affrontare le sfide del momento” quindi è effettivamente colui che risponde, reagisce, colui che non si lascia affliggere passivamente dai problemi ma si mette in moto per risolverli, anche e soprattutto se non hanno a che fare con nessuno se non con sé stesso.
– Siamo gli unici responsabili di noi stessi.
Detto in altre parole: non dare la colpa agli altri per quello che ti accade o per come ti senti e prenditi una volta per tutte la responsabilità per la tua vita.-
– Non ti piace una cosa? Cambiala.
Non ti piace una persona? Smetti di frequentarla. Non puoi fare a meno di agire in un certo modo anche se poi sai che starai male? Agisci, prova delle soluzioni alternative per evitare di farlo un’altra volta.. oppure continua a farlo, ma non dare più la colpa a tua nonna, il cane o la zia che ti ha cresciuto in questo modo.
Essere responsabili non è sinonimo di “essere noiosi”.
Perché è questo che mi fa pensare il termine: siccome sono una persona responsabile allora significa che sono anche quel tipo di persona che non si sa divertire. E se fosse l’esatto contrario? Chi più di una persona in grado di rispondere a testa alta alle sfide del momento può considerarsi creativa e stimolante?
Forse nessuno.
Tutto questo per raccontarti un pensiero che nasce dalla mia ormai ferrea convinzione che spesso quello che ci raccontiamo per non voler mettere in moto un progetto o una scommessa che riguarda la nostra vita è solo una marea di scuse senza sostanza. Non so te, ma io sono stanca del vittimismo immotivato dunque ecco la sfida dell’estate:
Impara ad essere responsabile della tua vita e delle tue scelte. Smettila di scusarti e prendi in mano quello che non ti piace, cambialo, e se è difficile riprovaci, sii creativo/a e tenta un’altra soluzione perché forse non lo sai ma… raramente qualcosa (qualunque cosa) funziona al primo tentativo.
Cosa ne pensi?
Fammelo sapere nei commenti!