Vuoi emozionare? Parti da te. Emozionati.

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Quanti libri hai finito di leggere nell’ultimo anno?
E quanti invece hai lasciato a metà?

Ora fatti la stessa domanda rispetto ai film e chiediti quante di quelle storie ti hanno lasciatə con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
Il problema è che scrivere storie non è affatto semplice nemmeno per chi lo fa di professione, figuriamoci per gli appassionati o per chi sta iniziando in questo momento ad esplorare il mare d’informazioni che riguardano il mondo della sceneggiatura e della scrittura creativa.
Forse avrai già divorato manuali di scrittura (all’interno del canale Instagram rabbit_hole_teatro ne consigliamo parecchi) e va benissimo così. Tuttavia, una delle domande più importanti rispetto a questo tema non ha e non avrà mai una risposta facile e univoca:

COME SI RICONOSCE UNA STORIA CHE FUNZIONA DA UNA CHE PROPRIO… NO?

Lo so, la prima reazione rispetto a una domanda di questo tipo potrebbe essere:

“Mah.. Boh.. Forse si capisce in base al numero di copie vendute? Ma nemmeno questo vuol dire nulla, alla fine siamo tutti diversi dunque anche il gradimento di una storia rispetto a un’altra è qualcosa di estremamente soggettivo no?”

Sì e no.
In che senso?
Nel senso che, se è vero che esistono una moltitudine di combinazioni grazie alle quali un romanzo può piacere di più rispetto a un altro, è altrettanto vero che una storia non funzionerà mai se non soddisfa almeno un requisito fondamentale: EMOZIONARE.

Una bella storia deve saper parlare al proprio pubblico, deve riuscire a creare quella connessione grazie alla quale è possibile empatizzare con i suoi personaggi, i loro conflitti e le loro mille contraddizioni.
Le storie che ci emozionano parlano di noi, dei nostri problemi, delle nostre paure… fornendoci una breve finestra di tempo grazie alla quale ci sentiamo un po’ meno soli e incompresi.

Ok… ma come si fa? 
Come si scrive una storia che sappia emozionare?
E come si evitano storie prive di significato?
In merito a questo ho pensato di lasciarti 3 pratici consigli:

1) NON SEGUIRE LE MODE!


Non scrivere thriller se svieni alla vista del sangue, se non ha mai mai finito un libro di questo genere perché ti viene l’ansia a metà, se le storie di omicidio ti mettono il nervoso e odi il crime in generale ma sai che va tanto, tanto di moda e quindi “dai che ci proviamo”…
No! Ti ritroverai bloccato/a in meno di una giornata e perderai completamente la voglia di scrivere.
Lascia perdere la moda e prova a farti questa simpatica domanda: “qual è l’ultimo film/libro/serie tv che non smetterei mai di vedere anche se un po’ me ne vergogno?”
Forse quello è esattamente il genere di storia che dovresti provare a scrivere.

2) AFFRONTA TEMI CHE TI DISTURBANO. 

Concediti un piccolo viaggio d’introspezione e cerca di capire quali sono i temi che ti stanno più a cuore nella vita. Forse esistono degli argomenti dei quali non riesci a parlare apertamente ma che nascondono per te un’attrazione irresistibile.
Non sto dicendo che devi scrivere storie legate alle tue esperienze personali ma cercare personaggi, conflitti e temi dei quali ti importa davvero.
Quello che disturba ed emoziona te, probabilmente farà lo stesso anche con molte altre persone.

3) EVITA LA COMFORT ZONE.

Scrivere storie “comode”, storie semplici che non hai alcuna difficoltà ad affrontare, non ti aiuterà a trovare una scrittura originale.
Domandati invece: “Di cosa ho paura? Qual é l’argomento del quale mi spaventerebbe scrivere?”
Ricorda che dove c’è paura, c’è terreno fertile.
Sfrutta una tua fobia, un tuo pensiero fisso o un trauma che non riesci ad affrontare.
Perché le paure sono così importanti?
Perché le paure fanno parte di quell’enorme insieme di conflitti che chiunque di noi può condividere, fanno parte della nostra umanità.

Cosa ne pensi?
Quali sono, secondo la tua esperienza, gli elementi che rendono una storia emozionante e coinvolgente?