Workshop di settembre!

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In arrivo un settembre ricco di Workshop!

Non penserai mica che ti lasciamo solo soletto fino all’inizio dei corsi in ottobre!
La tana di Rabbit Hole riapre già a settembre con due Workshop pazzeschi tenuti da super professionisti del settore.

 

STAND UP COMEDY 

Si comincia il weekend del 16/17 settembre con il workshop di Stand Up Comedy di Giorgia Mazzucato: un’occasione imperdibile per scovare la tua vena comica e dare forma al tuo primo monologo di Stand Up.
Il 16/09 ti aspettiamo dalle 14.00 alle 18.00, mentre il 17/09 dalle 11.00 alle 18.00.

MIMO & CLOWN

Il secondo workshop del mese è quello di Mimo e Clown tenuto da Massimo Farina: ancora comicità, ma spazio al corpo e alla clownerie. Niente di meglio di un gran sorriso per affrontare la fine dell’estate!
Appuntamento il 23 e 24 settembre, entrambi i giorni in orario 10.00-17.00.

COSTI 

Per chi è già iscritto a Rabbit Hole, la quota di partecipazione è di 80€ per ciascun corso, mentre se è la tua prima volta con noi è di 100€ + 20€ di quota associativa.

NON PERDERTI QUESTA PROMOZIONE!

Stai pensando di frequentare entrambi i workshop? Abbiamo una super promo! 130€ di entrambi i corsi per gli iscritti e 160€ + 20€ di quota associativa per i non iscritti.

ISCRIZIONE

Che aspetti? Scrivici a  segreteria.rabbithole@gmail.com per iscriverti o per qualsiasi domanda!

P.S.: comincia a spiare i nostri canali social, sono in arrivo i corsi per il nuovo anno!

FERMATI. Cosa vuoi davvero?

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Seneca ha detto:

“Non è che abbiamo troppo poco tempo da vivere, è che ne sprechiamo una gran parte. La vita è abbastanza lunga e ci viene data in misura sufficiente per fare molte cose grandi se la spendiamo bene ma quando viene sprecata nello scarico del lusso della negligenza, quando viene impiegata a vuoto, alla fine ci accorgiamo che è passata prima ancora di riconoscerla. E così è: non riceviamo una vita breve… la rendiamo tale”.

 

Quante volte capita, nella vita, di essere in una situazione di stallo?

Ritrovarsi bloccati per ragioni che vanno oltre la nostra comprensione: uno stato d’animo, pigrizia, noia, insoddisfazione, poca forza di volontà… o magari soldi… tempo, ragioni che vanno completamente fuori il nostro controllo.
E in quei momenti che si fa?
Nessuno lo sa..
C’è chi si butta a capofitto sul lavoro per smettere di pensare, chi corre chilometri al giorno per la stessa ragione e chi, semplicemente, non fa nulla, procede con la propria vita seguendo d’inerzia ciò che pensa sia giusto per lui/lei. Perché in fondo è più facile così e perché, in fondo, anche questo è un buon sistema per non pensare a chi siamo, come ci sentiamo e cosa vogliamo davvero.
Quello che sappiamo fare meglio è lamentarci di tutte le cose che non vanno e tutto quello che vorremmo cambiare, della nostra persistente insoddisfazione.

C’è solo una cosa che la maggior parte di noi non fa, o non riesce a fare: fermarsi e cercare per una sola volta nella vita di farsi delle domande…  quelle giuste, magari.

Recentemente mi sono imbattuta nella delusione più grande della mia vita. In tre minuti mi è crollato addosso un universo di speranze e aspettative, mi sono ritrovata di fronte al nulla, perdendo le coordinate che stavano guidando ogni mia azione.
Nei giorni successivi, un’amica mi ha regalato un libro di Gianluca Gotto: “Profondo come il mare, leggero come il cielo”. È un testo che parla di sofferenza e del viaggio che dobbiamo compiere per uscirne. Non parla della ricerca della felicità ma di qualcosa di più grande: la serenità.

Qual è la differenza?
La felicità è qualcosa che arriva da fuori, da fattori esterni che la maggior parte delle volte non possiamo controllare. È sfuggente e momentanea, non dipende da noi e quando arriva possiamo solo esserne grati, ma coscienti che presto passerà.
La serenità, invece, è qualcosa di più profondo: è il benessere che possiamo raggiungere solo scavando dentro noi stessi attraverso un processo di sottrazione.

“Invece di correre così tanto con i pensieri, fermati. Invece di desiderare, calmati. Invece di fare, respira. Invece di cercare le risposte ovunque, lascia che emergano dentro di te”.

A questo punto ti starai chiedendo..

Ma cosa c’entra tutto questo con Rabbit Hole? Tutto e nulla.

 Rabbit Hole nasce da un sogno, si evolve in base alle mie sensazioni e grazie ai desideri e alle emozioni che VOI mi restituite ogni giorno.
Per questa ragione è fondamentale che voi stiate bene ed è questa la ragione che mi spinge a scrivere questa mail con un semplicemente invito:

È agosto, probabilmente sei in ferie e ti stai godendo una vacanza, oppure sei casa e fare quei lavori che hai posticipato per mesi in attesa di avere il tempo di fare finalmente quello che non riesci mai a fare.
Dammi ascolto e fatti un regalo: FERMATI.
Fermati per 10 minuti, mettiti a sedere e pensa alla tua vita, a quello che sei, a quello che fai, agli amici che ti circondano, alla famiglia, alla persona che ami.
Dimentica tutto quello che credi di sapere e ascolta semplicemente le tue sensazioni rispetto ai pensiero che ti affiorano nella mente, a tutto quello che vorresti cambiare e a tutto quello che ti rende non felice… ma sereno/serena.
Ascoltati, e alla fine di questi dieci minuti domandati se c’è qualcosa, anche una sola cosa che hai intravisto dentro di te e che non pensavi di avere…
Una piccola verità, una scoperta, un fastidio, una bugia o un semplice insegnamento.

Se è vero che non è facile trovare la serenità, è altrettanto vero che basta un piccolo gesto per cominciare a cercarla: fermarsi… E ascoltare.

Jim Carrey una volta ha detto:

“Spero che tutti possano diventare ricchi e famosi e avere tutto quello che hanno sempre sognato, così scopriranno che quella non è la risposta che stavano cercando”.

Vuoi emozionare? Parti da te. Emozionati.

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Quanti libri hai finito di leggere nell’ultimo anno?
E quanti invece hai lasciato a metà?

Ora fatti la stessa domanda rispetto ai film e chiediti quante di quelle storie ti hanno lasciatə con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
Il problema è che scrivere storie non è affatto semplice nemmeno per chi lo fa di professione, figuriamoci per gli appassionati o per chi sta iniziando in questo momento ad esplorare il mare d’informazioni che riguardano il mondo della sceneggiatura e della scrittura creativa.
Forse avrai già divorato manuali di scrittura (all’interno del canale Instagram rabbit_hole_teatro ne consigliamo parecchi) e va benissimo così. Tuttavia, una delle domande più importanti rispetto a questo tema non ha e non avrà mai una risposta facile e univoca:

COME SI RICONOSCE UNA STORIA CHE FUNZIONA DA UNA CHE PROPRIO… NO?

Lo so, la prima reazione rispetto a una domanda di questo tipo potrebbe essere:

“Mah.. Boh.. Forse si capisce in base al numero di copie vendute? Ma nemmeno questo vuol dire nulla, alla fine siamo tutti diversi dunque anche il gradimento di una storia rispetto a un’altra è qualcosa di estremamente soggettivo no?”

Sì e no.
In che senso?
Nel senso che, se è vero che esistono una moltitudine di combinazioni grazie alle quali un romanzo può piacere di più rispetto a un altro, è altrettanto vero che una storia non funzionerà mai se non soddisfa almeno un requisito fondamentale: EMOZIONARE.

Una bella storia deve saper parlare al proprio pubblico, deve riuscire a creare quella connessione grazie alla quale è possibile empatizzare con i suoi personaggi, i loro conflitti e le loro mille contraddizioni.
Le storie che ci emozionano parlano di noi, dei nostri problemi, delle nostre paure… fornendoci una breve finestra di tempo grazie alla quale ci sentiamo un po’ meno soli e incompresi.

Ok… ma come si fa? 
Come si scrive una storia che sappia emozionare?
E come si evitano storie prive di significato?
In merito a questo ho pensato di lasciarti 3 pratici consigli:

1) NON SEGUIRE LE MODE!


Non scrivere thriller se svieni alla vista del sangue, se non ha mai mai finito un libro di questo genere perché ti viene l’ansia a metà, se le storie di omicidio ti mettono il nervoso e odi il crime in generale ma sai che va tanto, tanto di moda e quindi “dai che ci proviamo”…
No! Ti ritroverai bloccato/a in meno di una giornata e perderai completamente la voglia di scrivere.
Lascia perdere la moda e prova a farti questa simpatica domanda: “qual è l’ultimo film/libro/serie tv che non smetterei mai di vedere anche se un po’ me ne vergogno?”
Forse quello è esattamente il genere di storia che dovresti provare a scrivere.

2) AFFRONTA TEMI CHE TI DISTURBANO. 

Concediti un piccolo viaggio d’introspezione e cerca di capire quali sono i temi che ti stanno più a cuore nella vita. Forse esistono degli argomenti dei quali non riesci a parlare apertamente ma che nascondono per te un’attrazione irresistibile.
Non sto dicendo che devi scrivere storie legate alle tue esperienze personali ma cercare personaggi, conflitti e temi dei quali ti importa davvero.
Quello che disturba ed emoziona te, probabilmente farà lo stesso anche con molte altre persone.

3) EVITA LA COMFORT ZONE.

Scrivere storie “comode”, storie semplici che non hai alcuna difficoltà ad affrontare, non ti aiuterà a trovare una scrittura originale.
Domandati invece: “Di cosa ho paura? Qual é l’argomento del quale mi spaventerebbe scrivere?”
Ricorda che dove c’è paura, c’è terreno fertile.
Sfrutta una tua fobia, un tuo pensiero fisso o un trauma che non riesci ad affrontare.
Perché le paure sono così importanti?
Perché le paure fanno parte di quell’enorme insieme di conflitti che chiunque di noi può condividere, fanno parte della nostra umanità.

Cosa ne pensi?
Quali sono, secondo la tua esperienza, gli elementi che rendono una storia emozionante e coinvolgente?